Parafrasando il Buono, impersonificato da un Clint Eastwood del 1966, ‘il Verdicchio di Matelica si divide in due categorie: i taglia M, e gli XXL”. Nel mezzo, che mi risulti, nulla.
Oggi vi parlo dell’ultimissima uscita (quelle note di mollica imbottita di frutti tropicali, quasi prive di peso, che si sentono adesso sono reminescenze di fermentazione, fate un po’ voi) del capofila dei taglia M, aka Collestefano.
Tanto cult tra gli appassionati, la maggior parte dei quali lo reputa addirittura uno dei più grandi bianchi nazionali, quanto sconosciuto al grande pubblico di bevitori per via di una produzione esigua, quello di Collestefano è il Matelica che negli ultimi quindici anni ha saputo restituire nella maniera più chiara (gli appassionati di fotografia utilizzeranno il termine ‘contrasto’) il lato più mordente e agrumato della denominazione.
Tornando al parallelo fotografico: immaginate una foto con un contrasto perfetto, ma priva di ritocco.
Il tanto ricercato ‘effetto-Gatorade’ al palato è garantito da questo. Dagli spaghetti con le vongole alla cucina nipponica, qui non ci si fa mancare nulla.
90 €…il cartone da 12 bottiglie. Astenersi perditempo: la cantina aziendale si svuota prima dell’estate.