Le dita di una mano. Se guardate una cartina della Valpolicella, noterete che le cinque valli principali che la compongono, poste lungo l’asse nord-sud, disegnano una sorta di dita della mano. Procedendo da est verso ovest: la valle di Illasi, resa nota da quell’infaticabile perfezionista di Romano dal Forno; la Valpantena, dritta sopra Verona, in passato indicata con una doc a parte; la valle di Negrar, patria dei Quintarelli; la valle di Marano e, per finire, quella di Fumane.
Monte dall’Ora si trova a Castelrotto di San Pietro in Cariano, ai piedi della valle di Marano: nel cuore della Valpolicella classica, quella situata ad ovest di Verona.
Terreni tufacei, finezza tannica, si legge nell’eccellente cartina dei cru di Enogea redatta da Alessandro Masnaghetti: indicazioni alle quali va aggiunta la maturità di frutto data dai terrazzamenti aziendali.
Ed eccolo qui, tutto, in questo Camporenzo, cru non ostacolato nell’espressione dal ripasso sulle vinacce di Amarone (pratica supertrendy, che irrobustisce il vino tanto quanto tende ad omologarlo e posizionarlo in una sorta di limbo di piccolo Amarone).
Rubino prugna al colore, dolce senza essere alcolico nel profumo di menta, tabacco e prugna, corpo sciolto, con un tannino davvero fine che lascia spazio al frutto e al finale appena amarognolo.
E sopra tutto un senso di spontaneità non facilissimo da ritrovare nelle interpretazioni più fruttate (come questa) della denominazione.
18 €: non poche per un Valpolicella, ma tutte ben meritate.