Non abbastanza noto al grande pubblico degli appassionati, Il Marroneto è in realtà uno dei produttori storici di Montalcino. L’azienda è situata a nord-est rispetto al centro del comune, ed è guidata dal simpatico Alessandro Mori, avvocato convertito alle ragioni enoiche. In una recente degustazione svoltasi all’interno della cantina di affinamento, alcune annate mature di Brunello, come il 1982 e il 1991, hanno lasciato di stucco importanti giornalisti del vino provenienti da mezza Europa. Vini di valore assoluto, che con l’affinamento in bottiglia sembrano addirittura acquisire struttura e una complessità aromatica che non teme rivali. Anche se, da giovani, i Brunello aziendali svelano spesso una fisionomia un po’ ossuta (e del tutto in linea con il terroir più settentrionale della denominazione dal quale provengono).
Problema che questo Ignaccio, Rosso di Montalcino della casa, non possiede. Profondità sia ai profumi che al palato, insospettate doti di lunghezza e un frutto ‘chiaroscurato’, innervato dalle tanto ricercate sfumature minerali. L’annata caldissima spiega i 15% in etichetta, ma nel bicchiere l’equilibrio è impeccabile. Invecchierà bene, ma fossi in Voi lo berrei adesso. Punteggio ritoccato in difetto a causa della mia scarsa conoscenza dell’etichetta. Circa 18€.