Viene finalmente il momento di incontrare il Retsina. O "la" Retsina, il mistero resta fitto.
Ho paura: il ricordo delle due esperienze passate, per la verità da molti anni, è chiaro: un sorso di Bagnoschiuma Vidal, un tocco di Aqua Velva Ice Blue Williams,e da qualche parte l'alcool. Una cosa temibile.
Chiedo al Maitre dell'Αρμενάκι, probabilmente la miglior Tavola dell'isola di Milos. Mi dice, la Lacrima di Pino (parla bene un italiano nervoso e sudato) è il miglior "reggìna" di Grecia. Intanto abbiamo imparato che si pronuncia con l'accento sulla "ì", e che la coppia di consonanti tau e sigma (τσ) diventa una specie di "g" dolce e appoggiata.
Apro un credito ad Antoni: la "Lacrima" costa il triplo delle bottiglie normali, ma in altre occasioni ha saputo dire Non ordinate altro, è già tanta roba. Credo che voglia accontentarmi, e non portare a casa 12 eurini in più: lo seguo.
Leggo, ma solo dopo, che si tratta di uve Asyrtico, prodotte nel Nord della Grecia - verso Salonicco - da una cantina storica: i Fratelli Kechris continuano la tradizione di famiglia iniziata nel 1911 con l'importazione di vini imbottiglitati dagli USA (!) cosa allora inverosimile per la Grecia, e proseguita con la produzione in proprio dal 1939.
"E' vino" dice ancora Antoni, ed ha ragione: il vino è fermentato con cura in botti di rovere, e la "mastiha" fresca viene aggiunta dopo una scelta sapiente, e con molta misura.
E' giallo, limpido, brillante. Il naso è un miracolo di equilibrio: dove ti aspetteresti la zaffata balsamica, il liquido asperrimo ricoperto dal freddo artico della resina è invece mirabilmente composto. Il pino e il frutto si sorreggono, si fronteggiano, esprimono sensazioni terze che sorprendono e convincono. Anzi: seducono, fino a quell'esalazione finale lunga e lineare, delicatamente digradante.
L'assaggio ripete la magia: a corrispondenze geometriche aggiunge un attacco dolce che sublima nell'azzurro del pino, sotto le spinte elettriche di un tratto alcoolico potente (14°). Il finale resta - prevedibilmente - fresco, durevole, senza le temute stucchevolezze. Brillano anche sottili venature acide, sottoposte: ma non inutili.
Bicchiere unico.