Dal cuore dell’isola di Brac, un vino ottenuto da Posip. Anzi, Pošip: uno dei più importanti, se non il più importante vitigno a bacca bianca dell’intera Croazia. Si tratta di vigneti moderni, di nuovo impianto, quindi anche da viti giovani: probabilmente per questo, oltre all’esposizione sempre ventilata di quella parte d’altopiano, questo bicchiere non tracima sul fronte dell’alcool. Anzi non esita a parlare la lingua della freschezza.
Chiarissimo, più glacido che paglierino, con riflessi grigi che ricordano più la pietra di Brac che il sole rovente di Dalmazia. Al naso, frutta gialle mature, nocciolo di pesca, una piccola piega che ricorda la verdura cotta, e il finale granitico, un incontro tra una camera d’aria surriscaldata e un tornante asfaltato in alta quota.
Felice anche l’ingresso dell’assaggio, pur rorido di piccanze: s’arrampica sul palato saccheggiando l’equilibrio delle papille, e spingendo a godere di un fuoco freddo zuccherino e acuto, definitivo. Il termine è proiettato, e si tiene a lungo e senza pudore.
Un bel bicchiere: tecnico, se vuoi. Moderno, se vuoi. Ma se bevuto alla giusta temperatura, che è un po’ più fresco, sa regalare istanti di omerica serenità.