Qualcuno dirà forse che ci vuole un bel coraggio a continuare a mandare avanti una rubrica di vini rosati anche ad un mese dal Natale. Non sono forse vini dell’estate quelli con la declinazione in rosa? Verissimo, ma poiché questo spazio settimanale nasce con l’idea che si possano tranquillamente bere rosati anche quando fuori piove o nevica, basta giocare con temperature di servizio meno fredde e abbinare i vini a piatti meno agostani, quindi eccomi a proporvi puntualmente un altro rosato.
Uno di quelli che grazie alla loro struttura sono ancora in perfetta forma in questo momento dell’anno e possono pertanto essere abbinati a preparazioni, non necessariamente solo a base di pesce e verdure, più impegnative. Una delle fonti naturali di questo tipo di rosati è una delle zone di produzione storiche e classiche, l’
Abruzzo, con i suoi
Cerasuolo, esaltazione della potenza, della finezza, della duttilità (esprime rosati super ma anche grandi rossi) e della piacevolezza del
Montepulciano.
E in Abruzzo, dalla
Valle Peligna, detta anche Conca di Sulmona, da vigneti situati sulle colline fra Vittorito e Corfinio, nell’aquilano, (vigne allevate a spalliera a cordone speronato e guyot, poste a 350 metri di altezza che godono di un ottima esposizione solare, di una favorevole ventilazione e di una notevole escursione termica tra il giorno e la notte - condizioni ideali dovute alla vicinanza di montagne importanti come il Sirente, la Maiella ed il Morrone e alla presenza del fiume Aterno-, poste su terreni ricchi di scheletro e di medio impasto tendente all'argilloso, ricchi di sostanze organiche), ho scelto il grande Cerasuolo di oggi.
Proposto da un’azienda,
Pietrantonj, creata da Alfonso Pietrantonj ad inizio Ottocento, che nel 1893, per far fronte all'aumento di produzione ampliò la capacità della cantina costruendo due grandiose cisterne dalla capacità complessiva di 1402 ettolitri e collocate 14 metri sotto il livello stradale. Cisterne uniche al mondo e vero e proprio gioiello dell’architettura dell’epoca, dotate di una caratteristica peculiare, il singolare rivestimento interno in piastrelle di vetro di Murano. Altro personaggio importante in famiglia fu Nicola Pietrantonj, figlio di Alfonso e grande studioso del vino, che nel 1889, conseguì, primo in Abruzzo, il titolo di enologo presso la Regia Scuola di Conegliano Veneto.
Venendo ai tempi nostri i Pietrantonj, giunti all’ottava generazione attiva in campo vitivinicolo, non si sono seduti sugli allori e hanno continuato la tradizione, puntando fortemente sul Montepulciano (ricavandone addirittura un Passito) e sul Trebbiano ma hanno differenziato producendo anche un valido Pecorino e una Malvasia di Candia in purezza. Avviando nel contempo un serio programma di selezione varietale, a partire dai migliori cloni, allo scopo di esaltare le tante qualità dei vitigni autoctoni abruzzesi.
Ma veniamo al nostro
Cerano,
Cerasuolo d'Abruzzo DOC Superiore, che potremmo definire un Cerasuolo cru visto che è espressione di un grande vigneto, la Tenuta del Cerano, dove le uve possono essere raccolte tardivamente grazie al felice microclima dovuto ad una eccezionale ventilazione proveniente dalle gole di Popoli. Tre ettari a Trebbiano con bassa resa per ettaro e cinque a Montepulciano, con raccolta delle uve che arriva sino a novembre. Un rosato dalla vinificazione semplice, che prevede pigiatura soffice delle uve rosse, crio - macerazione delle bucce al fine di estrarre i profumi primari e varietali, illimpidimento del mosto a freddo (10° C ). E poi fermentazione a temperatura controllata a 16 – 18 gradi e affinamento in acciaio seguito da un affinamento in bottiglia di 2-3 mesi, per una produzione intorno alle 15 mila bottiglie.
Un Cerasuolo di grande soddisfazione il Cerano, colore rosa pallido cerasuolo brillante e luminoso, si propone con un naso succoso, di forte impronta, profumato di rose e lamponi, con sfumature di fragole e di erbe aromatiche. Bocca fresca, viva, salata, di bella tensione e dinamismo, largo sul palato, pieno, ricco, di struttura salda e carnosa, eppure, nonostante la sua ampiezza, la sua calibrata vinosità, la sua opulenza, un Cerasuolo di grande equilibrio, freschezza e assoluta piacevolezza, che gusterete, possibilmente in felice compagnia, perché i rosati sono i vini della felicità e dell’amore e non si possono bere in solitudine, su primi piatti a base di pesce, carni bianche, formaggi anche di media stagionatura.
Ottimo anche su pizze ben guarnite e strepitoso con il pesce soprattutto su brodetto di pesce e grigliate.