Di tutti i Lambrusco, il Sorbara è quello che negli ultimi anni ha incontrato più felicemente il gusto degli appassionati, grazie ad un profilo semplice ed intransigente, fatto di un corpo magro e con la acidità in primo piano. Con il Leclisse di
Paltrinieri ci troviamo nella sottozona del Cristo,
grand cru dal terreno sciolto e fertile che funziona da lente di ingrandimento delle caratteristiche delle quali vi parlavo.
Bellissimo il chiaretto rubino scarico, pieno di luce, che apre ad un profumo ed un sapore succosi, di viole, ribes rosso, agrumi e sale. Acidità in primo piano al palato durante tutto lo sviluppo, esaltata da una carbonica rarefatta ma pressante, per un risultato schietto e di indubbia piacevolezza, ma un po’ monocorde e decisamente scarno, a causa di una certa carenza di concentrazione. Finale dritto, di sale e limone. Un frizzante dunque più da aperitivo che da tavola. Ma forse no, visto che il Sorbara, anche quando è sottopeso, è uno dei vini più gastronomici dell’intera penisola. 9 €.