Sotto il tappo sintetico si nasconde una sorpresa: il tratto ramato del bicchiere prende in contropiede, quasi un'epifania princiciana.
Poi finalmente prendi consapevolezza del discorso di Buoso, che sta ritagliandosi uno stile: non è poco. Magari non quello più immediato, con quella ricerca spasmodica della scossa elettrica dell'acidità: ma riconoscibile.
Il Grigio di Caorle ha un piccolo naso di fiori e di menta, freddissimo, arrampicato sull'asciuttezza minerale e uno sfregio di zucchero filato.
L'assaggio è serio, cosa da uomini veri: moderata la presa alcolica, si erge una sponda quasi metallica, risuonante di sfumature definite, come un'alba di cieli di gennaio. Non enorme il sorso, si dilata verso un finale di partita tenuto, conteso tra un gancio verdeggiante e una riga diritta e sottile.
Bicchiere caratteristico.