Spesso mi trovo a disagio con i vini neonati, anche se sono nati per essere versati in solenne gioventù.
Questo blend di greco e mantonico ha nella freschezza e nel brio il suo genere. Paglierino leggero all'occhio ma non altrettanto al vetro, dove trova una certa materia a tratti ferma.
Il naso si copre di fiori , con gravi riminiscenze vegetali: ma semplice, lindo.
La verdezza è la cifra del sorso, ricalcata sugli aromi. C'è questo glicine, questo fiore bianco che si chiude su un dorso ampio, a tratti addirittura slabbrato. Se vuoi, non troppo rigoroso, soprattutto nella seconda parte della bevuta, dove quel fulmine vegetale si prolunga azzerando il resto.
Chiaro ma non banale, seppur fin troppo esatto. Ecco magari è quell'esattezza che lo rende aritmetico, e non troppo comunicativo.