Sto cincischiando con la bella lista dei vini del Casin del Gamba: ha una poderosa sezione bio, con preziose referenze italiane ed estere. Sono assai indeciso tra un Rosso Piceno da uve Birichino della Berzigola in purezza e un curioso blend sloveno di Miserovich fermentato in bidoni d'acciaio dell'esercito smessi. Ho molti dubbi, perchè gli amici che siedono al tavolo con me non hanno tutte queste fisime, e vorrebbero bere "qualcosa di buono".
Ad un tratto, nel liturgico silenzio del tempo delle scelte, uno dei due esala l'epitaffio della mia ricerca: "Ho assaggiato un Cabernet Sauvignon, e mi ha fatto impazzire". Giro immediatamente pagina e mi cade l'occhio su questo 2005, proposto al potabile prezzo di 38 yuri.
Lo ricordavo potente, esondante di profumi: eccolo puntuale, tracimare fin da subito dal bicchiere oscuro fondo con i suoi 928739 descrittori, persino difficili da inseguire: una scheggia verde d'erbaggi aromatici sul corredo pastoso, denso, pulsante che scorre dal cioccolato alla liquerizia, passando attraverso legni dolci e le robe rosse.
L'assaggio è pura piacevolezza: tondo,vellutato, vellica il palato fin da subito con una carezza non priva di forza, calda; raro equilibrio, vastità oceanica, tenuta generosa, finale interminabile. E immensa indulgenza.
Certo: è Cabernet: e vogliamo dire che è un bicchiere che piacerà ai più. E anche a noi che siamo quelli dei vini scomodi, ogni tanto un bel massaggio alle papille male non fa. E non perderemo certo il biglietto per il paradiso se diremo che, diamine, è buono.