Chi l’avrebbe detto che i vini dolci siciliani sanno esprimere solo l’aspetto varietale dell’uva di partenza, o che l’unica zona regionale incoronabile come
terroir sia l’Etna? Qui siamo a Menfi, costa agrigentina, cuore produttivo della regione, casa di colossi come
Settesoli.
Ma non solo: anche i piccoli produttori possono contare su una rappresentativa di valore.
Marilena Barbera si divide tra bianchi, rossi e dolci quasi con gli stessi risultati. Tecnicamente ineccepibili, mai troppo sottolineati nel disegno (da queste parti si potrebbero ottenere facilmente concentrazioni inquietanti), Marilena produce vini di facile approccio ma che non scadono mai nella banalità.
L’apice forse in questo vino dolce Albarina, catarratto in purezza appassito in pianta.
Appassito, dunque non una semplice vendemmia tardiva: in questo caso Marilena pratica la torsione del peduncolo, che permette all’uva di continuare a essere nutrita dalla pianta.
Il risultato: senso di sobrietà ai profumi, semplici, di camomilla e pesca gialla, struttura media, equilibrio perfetto. Tutto qui? No: centro palato innervato da un pizzico di sale, finale riconoscibile, asciutto, e – credo – territoriale (oltre al frutto, una lieve nota salmastra che comincio ad associare a Menfi). Non ho provato, ma a occhio dovrebbe essere preciso con il
cheesecake. 16 € per la bottiglia da mezzo litro.