Senza precipitare nell'esegesi della denominazione, il dubbio che si tratti di una vino romanticamente soccombente vengono: appena tolto il tappo si confermano. Vino epico, di margine, confine, ma struggente in ogni atomo.
Il "Quixote" è una strepitosa versione di Fiano naturale, uguale solo a se stesso. Giallo, bello e torbido con tracce d'ambra, è cristallino sull'unghia.
Naso complesso e profondo assai, formidabile di spezie: noce moscata e chiodo di garofano, eppure ricco di questi frutti conservati, surmaturi.
La bocca è quasi opulenta, leggermente untuosa, con un abbraccio zuccherino di grande spessore, ma soli 12° d'alcole!
Sontuoso il mezzo sorso, nient'affatto indulgente, gonfio e generoso: finisce con una riga vegetale che poi svanisce in gloriam. Vasta l'uscita che richiama cangianze floreali, dalla camomilla al gelsomino.
Veramente immancabile.