Merlot e Romagna, un vino semplice che racconta con i suoi 12.5° storie diverse dalla concentrazione, polpa succo. T'immagini quella roba petroleosa che vedi nei film, che ormai è quasi vietato nominare pena essere additati dalle folle. Eppure. L'enologo Claudia Donegaglia, richiesto, risponde "Va in bottiglia da solo".
È nero-blu, nero il cuore e porpora il bordo.
Al naso traspare un profumo lineare, tenace, senza sussulti: un refolo di viola, una punta di ciliegia, la traccia d’alcool solo intuita. Lontano, il vago rosmarino.
L’assaggio è quanto di meno merlottoso si possa immaginare nel Merlot: scarico e scorrevole, quasi dilavato, ha questo andare liquido e levigato. Belli, quei tannini leggeri e velati, quell’aria acida che sorregge un finale allargato.
Giovanissimo eppure pronto, nessuna smania di invecchiamento, bicchiere minimo eppure intrigante.