Ho passato anni a comprare dischi e libri per la copertina che avevano, figurati se non mi importa dell'etichetta. Quasi subito ho scoperto che la copertina dell'albo in vinile o della brossura era un ottimo motivo per comprare, ma non sufficiente per una buona opera. A volte i Product Manager sono più bravi degli artisti.
Ecco, se vedessi sullo scaffale questo Lacrime, tra nome ed etichetta, duro fatica a pensare che la mano si allungherebbe a ghermire il flacone, non ostante l'allettante cartellino.
Eppure è un'ingiustiza. Perchè questo accidenti di Grasparossa è buono. Fomenta un colore profondo, di sangue venoso, impervio alla luce. Scatena una spuma entusiasta, generosa ad esplodere e svelta a ritirarsi, senza riminiscenze birrose.
Ha naso nerissimo, maschio ma pulito. Sa di cantine e di ghiaia, senza arrotolarsi attorno a grevure estreme. Sa di frutti neri, di inchiostro di biro, sottile ma diritto.
L'assaggi e ti sorprende con un tannino deciso, rustico ma non duro. Grasparossa 85% con un saldo - antico - di Fortana ha spinta e rotondità, e una stoffa rugosa che non lascia niente di inesplorato nel sorso, lasciando il palato contuso e trattato molto a lungo anche dopo il termine. Tutte le vibrazioni acide restano lì appese, esplicite.
Una bella sorpresona, per un bicchiere sospeso tra la coltivazione bio, la ricerca della solfitazione minimale e la fermentazione charmat.