Adorno è un cognome che risuona di storia, lontanissima e intensa: cose importanti di Genova, della Spagna, del vino. Sette dogi in famiglia, non un episodio.
Non è un caso dunque se Marcello, millesimo Marchese Adorno, si dedica anima e corpo alla tenuta di Retorbido - ottanta ettari in provincia di Pavia - alla ristrutturazione della cantina, al sogno di vini di qualità. La strada seguita è quella di una enologia attenta e misurata, predisposta per grandi numeri: generosa ma senza azzardi.
Ecco allora il primo bicchiere di Bonarda, dal vigneto Coste al Sole. Croatina e un saldo di Uva Rara, per il più classico dei vini locali: rosso, scuro, frizzante, moderatamente alcoolico.
Ha profumo importante, seppur previsto: quello che nel linguaggio dei più si chiama "vinoso". Allo sciogliersi della spuma ricca e svelta, quasi lilla all'occhio, regala un che di ombroso, per nulla banale, anzi giuocato sulle sfumature blu: inchiostro di china, cose terrose, una spinta eterea decisa, puntuto seppur non insistente. Frutti neri, e un'idea selvatica in chiusura.
Inchiostro anche all'assaggio, poi valicato dal tenore salato e frizzantesco: da metodo charmat, e piccolo affinamento in bottiglia. Tattile, avvolto da tannini spessi e decisi, lungo su una parabola che s'avvita al finale con fermezza. Non amaro, ma amaricante, la chiusura è nera e zuccherosa.
Bel bicchiere, magari un po' appoggiato nel durante, ma di certa gaiezza.