Ecco, c'è tutto un pensiero dietro questo Animae: senza solfiti aggiunti, dice, risultato ottenuto con il cosiddetto "Metodo Perlage". Si tratta della ricerca di una vinificazione il più possibile lieve, e rispettosa dell'uva e della sua anima, appunto.
Lascio ai cultori delle sfumature l'indagine sui significati reconditi della dizione "senza solfiti aggiunti", che portebbe lontano dal bicchiere e del suo semplice e garrulo godimento: mentre la spuma ribolle svelta e dinamica in sfumature di paglierino pallido, brillato di riflessi grigio adamantini.
Scompare, la spuma, e lascia rare palline, ritmate e sincopate: molto sottili, a preannunciare un naso soberrimo, asciutto e fermamente elegante. Diciamo poco prosecchista, lontano da lungaggini zuccherose e concentrato attorno alla buccia di limone, il tè e la camomilla, il fiore di campo.
Ma l'anima di Animae si regala all'abbocco: Glera vera, per un sorso serissimo e composto, diritto, sorprendente per sagacia e acutezza. Piace tutto quel sale nel mezzo, piace tutta quella brillanza nella seconda parte, piace quel timbro secco di lieve dosaggio, incline più ad un finale amaricante che alle mollezze che tanto dilagano nelle dimenticabili apericene.
Lasciamo il bicchiere vuoto, con ventinove minuti d'applauso.