"La prima domanda è sempre quella sul nome", sorride Rossella Bencini Tesi, proprietaria della Fattoria di Bacchereto, l'azienda agricola di famiglia situata a sud di Prato, in una denominazione ricca di storia e di aneddoti. "Terre a mano" è l'indicazione che è ancora presente nella proprietà di famiglia a Bacchereto di Carmignano e si riferisce alla caratteristica dei terreni coltivati nella zona. Ai tempi della mezzadria, le terre che erano considerate di buon pregio ma in cui non erano presenti delle coloniche, venivano lavorate da "mano d'opera padronale" ovvero da salariati che partivano per coltivarle alle dirette dipendenze del proprietario. L'indicazione sembrava talmente rappresentativa del passato di questi luoghi che è stata scelta come nome del Carmignano Rosso DOCG, di cui è stata mantenuta anche l'etichetta del secolo scorso, con una grafica semplice ma dall'eleganza che ricorda i vecchi incarti dei "Cremini" o rimanda alle scritte sulle pregiate scatole di latta che anche oggi si custodiscono gelosamente, quasi fossero un'ancora di salvezza virtuale dagli eccessi di modernità.
Il Carmignano "Terre a mano" 2009 è un vino schietto e tonico, con una personalità vispa e compiuta, ma anche tante cose da racccontare, a cominciare dall'uvaggio, 80% sangiovese 10% cabernet e 10% canaiolo. Il Cabernet (sauvignon e franc in piccole percentuali scarsamente identificate con precisione) è qui sicuramente da decenni, ma forse anche secoli. E' arrivato qui dalla Francia, non per moda da ventesimo secolo, ma perchè gli scambi con l'oltralpe erano floridi al punto da aver donato alla Francia una regina toscana, nientemeno che Caterina de' Medici. La vigna in cui si produce questo Carmignano ha quasi 40 anni, e viene rinvigorita nel tempo grazie ad una accurata selezione massale, per legare ancor più l'uva ai luoghi. Nel bicchiere questa natura nobile si sente nel tannino vigoroso e al contempo docile e vellutato, che dona spalla ad una fraschezza gioviale di fiori e ciliege. Il sorso è dinamico e nella sua complessità sfuma su note pepate brillanti, che lasciano un gradevole finale di rabarbaro dai tocchi leggermente balsamici.