Non mi innamoro dei proclami, nè dei dettami. Abomino i guru e i percettori di insiemi. Ma quando trovo qualcuno che nel Collio Carso lavora vitigni scomparsi, da 50q.li per ettaro, e li lavora in biodinamica: beh, almeno una simpatia preventiva.
La vitovska di Kante mi emoziona mentre si versa, con quel suo fare non filtrato, emendato dalla tecnologia ma non dalla sapienza. Eccolo paglierino, mediamente carico. Al naso è complesso di frutto, ma prevalente in minerale (pietra focaia) ed erbaceo (fieno maturo). In bocca sapido, ricco di sfumature, a crescere nel tempo di degustazione. La vena acida è accentuata, appoggiata ad un retrolfatto vagamente evoluto. una bevuta insolita, impegnativa, gratificante.