Cresciuto all'ombra delle reboanti doti di invecchiamento del Riserva, il Superiore soffre di una visibilità sottotono, e di una elevata concorrenza alla sottovalutazione. Dunque, ecco il 2002 - lodevolmente in carta al Marchese del Grillo, a 15 meritatissimi euri.
Invece il Superiore fa la sua clamorosa figura, pur nella penombra, di bianco testardo e diritto, anche oltre dieci anni dopo essere stato spremuto via dai grappoli. Giallo, lucente, riflessi neri, attraente.
I sintomi della maturazione sono confinati ad una rotondità levigata, che scivola attorno ai ricordi della frutta gialla, della mela cotta, della pesca percoca sciroppata. Maturo e miracolosamente non-vecchio: in equilibrio tra la saggezza ed una certa impertinenza, che nel sorso di manifesta nell'andare: tutta la vibrazione che percorre il palato, non tannico, non astringente, ma qualcosa di asciutto e riflessivo che risale fino ad un centro che è un distillato di sole. Di un finale che ancora strapazza le papille a lungo, rilasciandole senza alcuna fretta, dopo molto.
Bicchiere sorprendente, e convincente. Bottiglia che finisce prima di aver terminato di leggere la riga della denominazione.
