Non c'è bisogno di essere francesista, enigmista o linotipista per indovinare l'etimo di questo Chambave "Quatre Vignobles": quattro vigneti, quattro vitigni, oltre ad un saldo di uve autoctone. Petit Rouge, e il resto Gamay, il Pinot Noir, il Fumin. Totale, un rosso lucido, scuro ma non oscuro, lucente ai bordi, con ombre profonde, cuore nero.
Profumi introdotti da una nervatura ispida, scivolano poi su pendii erbacei, d'erbe spontanee e rustiche. Poi il frutto, di marasca, di susina acerba. E il finale arricciato, che richiama l'inchiostro.
L'assaggio è corrugato all'attacco, arrampicato sulla sensazione fredda e piccante che presenta tannini vivi, più larghi che puntuti, ma accampati nei pressi di una tensione alcoolica decisa e mai debordante. Finale che s'aggrappa al palato, riluttante a lasciarlo.
Bicchiere convincente, pronto a vivere a lungo.