Ho conosciuto Strologo un giorno d'estate che andavo in bici. Mi fermai alla porta della sua cantina: un tizio in braghe corte mi disse che sì, erano aperti. Chiesi fino a che ora, che in bici mi durava fatica portar via qualche cartone di vino. Mi rispose Alle dieci emmezzo vado a letto, veda lei. Tornai motorizzato, e mi tenne a parlare di montepulciani fino a dopo il tramonto. Assaggiai anche questo Traiano che non convinse affato, da giovine. Ne dimenticai una sola bottiglia in cantina, ed ora.
Neppure vagamente granato, riscuote un bel tono viola attorno al rubino denso e intenso. Il cuore è oscuro, la trama è aperta e guarnita di un merletto millimetrico.
Al naso si muove in larghezze, con una mano matura, convinta, tonda. Netta la prugna, appoggiata ad una lucente voce di mallo di noci.
Flessuoso il profumo, consistente la bocca: densa di corrispondenze ma anche di stravaganze, con i tannini che s'infilano in tratteggi gocciolanti succo e piccanze.
Orientato ai toni acuti, il sorso tiene la piazza con fermezza per un bicchiere di gran carattere.