I vini di Aris Blancardi mi piacciono: mi danno sempre da pensare, da riflettere, da ridire. Sono bottiglie da stappare solamente con chi ha voglia di discutere e non solo di trangugiare semplici calici ghiacciati o di dissetarsi con coppe rubiconde e vanigliate. Sono vini vitali, bruschi, incontrollabili: sono così, che piaccia o no.
Appena sopra Bordighera, Aris alleva vigne splendide, che sorridono, anche perché non possono davvero fare altro: stanno lì a prendere il sole e a respirare sfacciate il vento salato, tanto le spalle sono ben coperte dalle montagne bordigotte. Il VB1 è un vermentino certamente ligure: buono e scontroso, chiuso, introverso, quasi da lasciare lì. Poi, indolente ma non troppo lento, si apre, generoso e autentico.
E allora da quel bicchiere di giallo pesante escono fuori profumi di una complessità disarmante: l'albicocca in polpa, le punture della macchia, il sospiro di una mentuccia potente. E poi legnosità vispe, acerbe, complicate, che si trasformano ad ogni movimento del bicchiere. È un dialogo.
In bocca è un'esplosione saporita. Il legno non arrotonda, anzi, stringe il sorso di bevibilità e altre invidiabili difficoltà interpretative.
Un vino da bere e da discutere.