Un inconsueto blend di Salamino e Sorbara (per i Lambroosky, il Diavolo e l’Acquasanta) dalla pianura appena sotto la via Emilia, spinto fino a 12 polputi gradi alcoolici.
Più rubino che viola, con un sotterraneo tono rosa. Spuma generosa, potente, di calibro non troppo fine.
Al naso apprezzerai la perfetta distinguibilità dei due vitigni: l’ineludibile fragolina del Sorbara e il rosso muschioso, terra formato del Salamino. E finisce tutto in un bella crostata ppena uscita dal forno.
Schietto anche l’assaggio che anticipa il centro con un attacco deciso, prorompente, tanto corposo da restare insuperato. La seconda parte del sorso infatti raccoglie l’eco rotolante, più amaricante che salino. Rapido anche il finale, pur comunicativo: finisce subito.
Ma il bicchiere è bello.