Claudio Mariotto è uno dei profeti del Timorasso, vitigno nobilissimo e di gran pregio ingiustamente dimenticato, ed ora lodevolmente riportato a nuova vita, tra le migliori - se non la migliore - espressioni bianchiste piemontesi. Forza, carattere e longevità i suoi punti cardinali.
Giallo, intenso, viscoso, pronto per raccontare tanto frutto maturo, uva passa e robe più scure, quasi tabacco, quasi canapa bagnata. Spezia. Tratti balsamici e officinali, e il muro granitico alla fine.
Poi, s'assapora il succo, poderoso e franco, in cui certi accenti che ricordano le mele cotte sono superati con slancio dalla prestanza alcoolica, profonda e quasi piccante. Un sorso spesso che s'appuntisce verso il fondo, occupando a lungo gli spazi d'uscita.
Bicchiere tanto particolare quanto versatile, buon amico della tavola e di qualsiasi pietanza l'imbandisca.