Fattoria Mancini è una bella storia: locazione affatto insolita dalle parti di Pesaro, alta e fredda, in cui non raramente compare la neve. Attiva dal 1861, la Fattoria si giova oltre che dell'opera di Luigi, continuatore della tradizione di famiglia, dell'esperienza di Shayle, enologa neozelandese con cui divide vita e destini aziendali.
Il Roncaglia è assemblato d'Albanella, e un saldo di Pinot Nero vinificato in bianco, vitigno su cui l'azienda sta facendo da tempo studi ed esperimenti. Leggerissimo di colore, limpido della più bell'acqua, ha vaghi e sfumatissimi riflessi grigi. Risulta invece piuttosto teso nella materia, che resta appesa al vetro ben a lungo.
Il naso pare piccolo, ma è breve impressione: all'indagine più paziente risulta addirittura profondo. Ricco di una nota esile ma precisa di frutto maturo e giallo. Miele, per dire, prima dell'avvento turgido e minerale della chiusura.
L'assaggio sale lieve, ma infine [sardo]: si porta dietro infatti un titolo alcoolico non banale (13°) che regge il sorso in solido equilibrio, fino alla fine. Anzi le belle e brillanti corrispondenze tengono ad oltranza.
Un bicchiere se vuoi appena compiacente, ma agile e venato d'acidità lineare e vellutata. Proprio buono.