Non è che ti metti lì, apri questo Nizza nemmeno più ragazzino, gli racconti quattro storielle e hai già la minestra pronta. Il Neuvsent ha bisogno di tempo e di blandizie.
E' rosso fitto, ma non oscuro. Brillano barbagli scarlatti, qua e là, ma la trama ematica trattiene la luce. La ferma. Giusto il tempo di esalare un aroma arricciato ed etereo, con le carni lontane e velate di cose di casa: cassetti del buffet, ripiani di dispensa, vetrina dei dolci. Dolci con uso di liquore, liquori agli agrumi, liquori alle noci. Ancora più in fondo le lacche. Stretto, acuto, elettrizzato da brezze balsamiche, resinose, mentolate.
All'assaggio il primo labbro è quasi dolce: ma è solo un'intuizione, perchè poi il sorso si slega e s'allarga sopraffatto da una batteria di tannini fini e persistenti, lenti ad abbandonare la presa. Un'ultima amarezza, un granello appeso sul termine, a cavallo di una sferzata alcoolica omicida nel numero (15°) ma plausibile nel suo verso.
Bicchiere introverso, da indagare.
