Peter Wachter consigliava di attendere il Natale: ma ancora a lungo si potrà aspettarlo, questo fulgido Sylvaner d'alta quota.
E' chiaro - mai visto legno - con riflessi d'oro nuovo e un tono di grigio soffuso.
Il naso ha ricchezza e potenza: qualche frutto del tropico - ananasso e passion fruit - e qualcuno nostrano, pesca molto matura. Presente il burro, la cera d'api. Profondo e complesso, solo una traccia erbacea in uscita.
L'assaggio non esita a rivelare una trama salina, su cui si innestano corrispondenze di esattezza millimetrica. Sul volume alcoolico (14°) viaggia un sorso di grande impatto comunicativo: seducente nel centro, irresistibile verso il termine persistente, convincente e vasto, con una chiusura agrumata e amarognola, ricordi di cedro e di limone. Lentissimo ad abbandonarti, palato che resta tatuato.