La clamorosa bellezza dei vigneti attorno ai corpi di fabbrica, la ieratica austerità dell'Abbazia di Muri Gries, a volerli trovare nel bicchiere, può non essere immediato.
Questa Riserva di Lagrein, millesimo '3, era tonda e polputa, calda come una coperta calda, e limacciosa e rutilante. L'ultima bottiglia della partita andava dimenticata in cantina.
Eccola dunque oggi, aperta a temperatura frescassai: a spargere quel colore rubino sanguinoso, nero nel cuore, umbratile, come se dopo tanto riposo durasse fatica a fare amicizia con la luce.
Il tempo ha levigato gli aromi, lasciandoli andare verso una compostezza asciutta ed austera, che chiama appena i frutti neri di bosco, per cercare altri equilibri tra le vibrazioni muschiose, cortecciose, asfaltabili. Il legno si è disperso, restando solo come segnavia chiaro e luminoso.
Coerente l'assaggio, maturato fino ad una tensione icastica e semplice. Diretta. Ispido di tannini fino dall'abbocco - deogratia - procede verso il centro con una decisione mirabile. Privo di fronzoli e perdute le taglie forti, si staglia egregio in forme sinuose, lasciando all'ultimo tocco la forza dell'acido ancora schioccante.
Felicissima espressione di Lagrein, è consigliato per i 10 anni di invecchiamento, ma qui non se ne vede ancora il limite. Felicità di ritorno.