Riassaggiato oltre due anni dopo, il Sylvaner d'alta quota di Peter Wachter si fa anche più seducente. Perse le ultime elettricità, acquisisce un tocco morbido, un calore dolce-non-dolce che lo rendono irripetibile.
Magari non marcato dalle mineralità più reboanti, ma vergato di sottili sfumature il "Lahner" assume i toni di un bicchiere saggio e convinto, arrampicato su una pasta di miele, di lievitati da forno che arrembano al palato, chiusi da un segmento salato conciso ma saliente.
Il profumo s'è rattrappito, acquisendo un'eleganza neoclassica dove si perde la frustata polputa, probabilmente più nella direzione dell'aggiungere che in quella del togliere.
Ne vorresti avere risme fitte, in cantina.