Per questa volta niente Barolo, niente grandi rossi impegnativi da ogni punto di vista, gusto, abbinamenti e aperture di portafoglio. Il rosso che vi propongo viene da una regione di grandi tradizioni vinicole come la Campania e da un’area, quella dei
Campi Flegrei, (deriva dal greco flègo, che significa brucio, oppure ardo) area posta a nord ovest di Napoli di straordinaria importanza storica, paesaggistica e culturale dove i vini, grazie alla natura vulcanica dei suoli, hanno un sapore tutto speciale.
Ho
già celebrato recentemente, parlando di una splendida Falanghina, la particolarità di quest’area che presenta una ventina tra crateri ed edifici vulcanici, alcuni dei quali presentano manifestazioni gassose effusive e sono causa del fenomeno del bradisismo (molto riconoscibile per la sua entità nel passato nel cosiddetto tempio di Serapide a Pozzuoli) e la sua intelligente scelta di specializzarsi su due sole uve territoriali e identitarie, la Falanghina ed in rosso il Piedirosso o
Per ’e Palummo, che prende il nome dal colore rosso porpora del suo graspo uguale a quello della zampa del colombo e quindi conosciuto localmente come Per ‘e Palummo.
Come ha ben scritto
in un interessante articolo pubblicato sul suo blog il sommelier Angelo Di Costanzo, si tratta di “un vitigno a bacca rossa allevato in tutta l’area flegrea e seppur rappresenti nella totalità solo il 12% dell’area vitata, ha origine antichissima ed era spesso decantato come nettare prelibatissimo già da Plinio nella sua Naturalis Historiae, e molte successive ampelografie lo accostavano a vitigni come il dolcetto piemontese o il refosco dal peduncolo rosso friulano, ma sicuramente le caratteristiche che questo nobile vitigno esprime nei Campi Flegrei sono uniche se non rare.
E’ un vitigno che presenta delle caratteristiche ampelografiche particolari, cresce innanzitutto su piede franco, cioè non è innestato su vite americana, sistema necessario tutt’oggi per difendere le vigne dall’attacco della fillossera”. E dal Per ‘e Palummo nascono vini, semplicemente affinati in acciaio, splendidi su polpette e involtini in umido, o su pollo e coniglio, nella splendida variante
all’ischitana, dalla strepitosa piacevolezza e dalla beva contagiosa. Molti i vini buoni e mi riprometto per il prossimo anno di tornare in zona per un assaggio comparativo del maggior numero di etichette possibili. Ottimo il Piedirosso della
Sibilla di Bacoli, ma ultimamente sono stato letteralmente conquistato dall’equilibrio e dalla capacità incredibile di restituire l’unicità del terroir vulcanico del Per ‘e Palummo 2012 di un altro bravo produttore della zona, presidente del Consorzio tutela vini Campi Flegrei,
Michele Farro, che ricordo produttore anche di una buona Falanghina e di una speciale selezione denominata Le Cigliate nonché di un rosato sempre da uve Piedirosso, denominato De Pié, molto piacevole e succoso.
Un vino talmente piacevole che quando l’ho stappato per provarlo ad un certo punto mi sono trovato costretto a nascondere la bottiglia, perché, anche se mi trovavo a casa e avrei anche potuto farlo, avrei letteralmente “seccato” la bottiglia. Un rosso diretto, istintivo, schietto, genuino, intelligentemente concepito per farsi apprezzare a tavola, non per colpire ed épater les dégustateurs.
Colore rubino violaceo brillante e naso subito intensamente e gioiosamente vinoso, solare, mediterraneo, tutto giocato su note succose di ciliegia matura, pepe nero, liquirizia, erbe aromatiche e macchia mediterranee, con in più il sale, la mineralità, l’accento di lava e terra bruciata conferiti dalla particolare natura del terreno. Splendido e invogliante il naso, ma quale magnificenza la bocca, perfettamente asciutta, polputa, ravvivata da una leggera presenza tannica e da una magnifica acidità, e insieme dinamica, pimpante, ricca di energia vitale, con il vino che scivola e scorre sul palato lasciando colate di sapore, con grande freschezza, persistenza lunga e salata, godibilissimo, schietto, incisivo, fino all’ultima goccia.
Uno di quei vini da godere e da bere “a secchiate”, che quando li incontri ti fanno venire voglia di ringraziare gli Dei perché non ti hanno fatto nascere astemio…