Brunello 2010: annata grande o soltanto buona? Il dubbio, almeno in chi scrive, resta. Una cosa è certa: la stampa americana, molto più influente di quella nostrana, si sta strappando le vesti di complimenti. Cosa che rischia di far pericolosamente e incontrollatamente lievitare i prezzi delle grandi bottiglie.
Che poche non sono.
Non osiamo ad esempio nemmeno immaginare il destino del Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2010 del Marroneto: forse il nostro migliore assaggio in assoluto durante il Benvenuto Brunello dello scorso febbraio (manifestazione di presentazione prodotti riservata agli operatori di settore), prodotto in tiratura limitata e ‘battezzato’ con i 100/100 di The Wine Advocate di Robert Parker.
Ma questo vino di Capanna non sta troppo lontano. Purché amiate i Brunello (molto) ombrosi e (un po’) scontrosi. Aspetti che nemmeno una maturazione zuccherina spinta – stando almeno ai 15% in etichetta – è riuscito a scalfire, e che sono anzi stati esaltati da una annata graduale e fresca.
Rubino cupo, con orzo, liquirizia e tabacco amaro ai profumi, estremamente ricco e soprattutto compatto come da stile aziendale, il tutto poggiato su un frutto che si riesce ad intuire appena. Finale profondo e sfumato, schietto nei tannini. Un grande (o grandissimo, chi lo sa) Brunello che guarda ai prossimi 30 anni almeno con ottimismo. Circa 40 €.