I Barolo di
Serralunga d’Alba, il celeberrimo comune che nell’area di produzione barolesca riveste il ruolo di
terroir in grado di esprimere i vini dotati della più importante struttura tannica e del più spiccato carattere, un carattere che molto spesso richiede un lungo affinamento dei vini prima di poterli gustare appieno, sono stati i dominatori assoluti dell’edizione 2013 di
Nebbiolo Prima. La manifestazione, riservata alla stampa italiana ed internazionale, che propone in degustazione, meditata, svolta in condizioni ideali, le nuove annate di Barbaresco, Roero e Barolo, quest’anno ha visto di scena i Barolo dell’annata
2009. E mentre molti Barolo di La Morra hanno, come ho già scritto, lasciato molto a desiderare e quelli di Barolo e Monforte d’Alba hanno mostrato alti e bassi, luci ed ombre, insieme ai Barolo di Verduno e di Castiglione Falletto sono stati i Barolo di
Serralunga (la patria di cru come Vigna Rionda, Lazzarito, Falletto, Francia, Gabutti, Prapò, Broglio, Cerretta per citarne solo alcuni), a dominare e fiammeggiare.
Come ultimo Barolo prima della pausa estiva (non sono mesi e temperature da Barolo…) e della ripresa settembrina di questo spazio dedicato ai grandi rossi, voglio pertanto segnalarvi un Barolo serralunghese che ho (avevo davvero l’imbarazzo della scelta tra molti eccellenti) veramente apprezzato. Lo propone un’azienda agricola a me cara, nata nel 1863, che ha sede non in questo comune, bensì a Castiglione Falletto dove è proprietaria di vigneti dai nomi scintillanti quali Rocche, Villero e Garblèt Sue (che si traducono in altrettanti Barolo di meravigliosa finezza), e che corrisponde al nome di
Brovia.
Alla testa dell’azienda accanto al “grande vecchio” Giacinto ci sono da tempo le due figlie Elena e Cristina e ormai da una decina d’anni, con una felice “contaminazione” catalana, è entrato il marito di Elena Alex Sanchez, conquistato, oltre che dalla consorte, dal fascino ineffabile della Langa. I Brovia producono Barolo di illuminata consapevole tradizione, ottenuti esclusivamente da vigne di proprietà. Il loro Barolo di Serralunga, che in etichetta riporta la dizione
Ca’Mia, proviene da una sottozona e da un vigneto, la menzione geografica esatta è
Brea, che già il grande Renato Ratti nella sua Carta del Barolo realizzata nel 1980 definiva uno dei più pregiati in Serralunga. Un vigneto posto nel versante orientale, a 350 metri di altezza media, su terreno argilloso e calcareo, con esposizione ottimale a Sud-Est e Sud, di cui i Brovia controllano un ettaro impiantato nel 1955. Ed un vino, prodotto solo in cinquemila esemplari, che in enoteca viene via ad una cifra importante, intorno ai 55 euro.
Come gli altri Barolo di Castiglione Falletto anche questo Barolo viene prodotto in maniera classica e aliena da modernismi: vinificazione in vasche di cemento, con fermentazione, a seconda delle annate, nell’ambito dei 20 – 25 giorni, e affinamento non in barrique (non sia mai!) bensì in botti di rovere di Slavonia e di rovere francese di dimensioni di circa 30 ettolitri. Il risultato è un Barolo elegante, com’è stile aziendale (specie nel Villero, ma anche nel Rocche non si scherza affatto), che ha la struttura e la materia importante dei Barolo di Serralunga ma una finezza del tannino che ricorda lo stile dei Barolo di Castiglione Falletto.
Colore rubino squillante luminoso, di grande lucentezza, si propone con un naso molto fragrante, fresco vivo e articolato, con la classica liquirizia nera che fa tanto Serralunga e sfumature di terra sottobosco e accenni pepati che aprono ad un frutto che richiama ribes e lampone maturi al punto giusto. La bocca è altrettanto fresca e viva, con tannini vellutati che richiamano la polvere di cacao di grande finezza, lo sviluppo è dinamico e ricco di nerbo e la materia di dispone ampia, larga e verticale, sul palato, con grande pienezza di sapore. Un Barolo, ovviamente ancora giovane, di grande equilibrio e piacevolezza finale. Uno di quei vini che potete tranquillamente, se disponete di una cantina degna di questo nome, lasciare a riposo al buio ed in silenzio, per ritrovarlo ancora più grande e complesso tra qualche anno…