Sulle colline dolci di Cirò Marina, l'ultima punta calabra da cui inizia l'arco del Golfo di Taranto, dove le targhe delle automobili indicano ancora KR e alzando lo sguardo si vede il blu scuro dello Ionio, tra i venti che dalla Sicilia spingono verso la Puglia, Francesco de Franco ha trovato il suo angolo di paradiso. Lui è enologo, e ha studiato con l'amore di chi quella terra ce l'ha nel cuore, le origini di un vitigno che in Calabria aveva subìto le mode enologiche che volevano la potenza e la densità da tutti i vini del sud. Studiandone le caratteristiche biologiche, Francesco ha riportato il Gaglioppo ad un nuovo splendore, sia in termini di fascino gustativo che in senso letterale, scegliendo la pressatura soffice delle uve in controtendenza con le sovra-estrazioni degli ultimi anni per donare al calice il rosso vivo di una brillantezza sanguigna e solare.
In cantina segue poche regole che permettono di esprimersi al meglio alle uve, prodotte da 8 ettari di vigneto condotto in agricoltura biologica, con ridotte lavorazione del terreno e cercando di preservare la biodiversità in modo che i grappoli portino racchiuso in se il territorio. Ecco le 6900 bottiglie di Cirò rosso classico superiore, Gaglioppo in purezza, splendido esempio di come assecondare la natura, ma con lo sguardo severo del niente lasciato al caso.
Frutta rossa matura al punto giusto, ciliege su tutto e la buccia rossa della mela a marcare l'acidità. Una elegante porzione vegetale di cappero e dei suoi fiori, con chiosa balsamica, e le spezie lievi a condire il salmastro dell’oliva con maggiorana e timo. Il sorso è sostenuto da un tannino armonioso e mai muscolare, e il finale non è mai cedevole pur assottigliandosi con raffinatezza. Un sorso di sole, da assaporare con particolare riguardo al grado alcoolico della bottiglia, per godere pienamente di tutta la sua bellezza.