In casa mia il minestrone era un pallido passato di verdura: per mia mamma, che stava alla cucina creativa come io sto alla danza jazz, quello era l'unico modo di ammannirci il minestrone, possibilmente con il riso stracotto. Che non è una preparazione a base di carne, ma l'Arborio che dalle parti di Reggio Emilia si trova anche nel caffelatte cotto fino alla disperazione. Mai tentò la via della verdura a pezzettoni, ma d'abitudine infilava le crosticine di P.Reggiano per insaporire e rendere grato al palato il formidabile zuppone.
Qui cerchiamo di ricordarne l'essenza, inserendo una variazione nella forma che è anche di sostanza.
Ecco allora la verdura a pezzettoni. E' passata al vapore per 15 minuti tutt'assieme, ma senza pomidoro e senza fagiuoli, assenze "pesanti". La crosta di grana, tagliata a cubotti, marina due ore in acqua calda per ammollare. Poi finisce nell'acqua di cottura dei ditalini.
Nella padella scalda l'olio, le fette di uno spicchio d'aglio - da perdere - e due o tre fettine di pancetta con una foglia d'alloro, poi immetti la verdura già cotta al dente con la vaporiera, saltando. Aggiungi sale grosso - prediligi quello Dolce della Salina di Cervia - e un cucchiaio di Condimento Balsamico, prima di immettere la pasta e le croste. La pasta al Farro è più "scura" ed aggiunge un'ombra al paesaggio verdurista. La consistenza non cozza con quella vegetabile, il senso generale è avvolto e ordinato.
Servi con un filo d'olio e un bicchiere di Lambrusco di Sorbara tipo l'
Ancestrale di Bellei.