Sono i PEU [Piccoli Esseri Umani] che ti tirano per la giacchetta: "Papàpapà, guarda, Pasticceria Panza". Tutti ridono, che Panza e Pasticceria fanno tanto gioco di parole.
L'insegna è dipinta sul muro di un vicoletto voltato, proprio alla fine della piazza grande - ma molto piccola - di Maratea, centro. Un triangolo delimitato da edifizi di sobria eleganza, le case di signori di moderato agio in un tempo non lontano.
Il negozietto è minuscolo: si entra in fila indiana. A destra la vetrina dei pasticcini e dei "bocconotti", dolcetto da forno ripieno tipico del posto. Leggiadro e gioioso, ha un solo difetto: indice dipendenza. Profuma intensamente, e ne godi sul posto, all'impiedi, o a casa con calma.
In fondo un'altra vetrina tra mobili vetrinati di vecchio stampo, dove riposano le torte: la splendida, aerea "Aurora" di pistacchio e nocciola; la rustica e saziante "Lucana" ricca di fichi e noci, infine l'autoesplicativa "Noce".
Ma si diceva: in fila indiana, che il giorno in cui esce la pasta di mandorle ci si assembra nell'angusto spazio per godere di quei bocconcini colorati, in cui l'uso dello zucchero è misuratissimo, e il risultato rasenta la perfezione.
Sugli scaffali anche cioccolato di pregio e caramellerie.