Quando ero giovine e ascoltavo tutti quei dischi, mi bastavano quattro battute per liquidare un pezzo pop come "commerciale". Mi sono perso un bel po' di cose, poi recuperate nei secoli dei secoli. C'era il problema del pregiudizio.
Facile, per chi ha attraversato l'ebbrezza dei Supertuscans, essere vittima dei pregiudizi: ad esempio assaggiando i rossi bordolesi di questa Casa, il cui marchio non ha bisogno di ulteriori definizioni.
Questo Toscana Rosso è un blend totale: Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot e Sangiovese. La tecnica agronomica ed enologica fa il resto.
Il "Castiglioni" è un vino che risponde esattamente alle aspettative, seppur all'occhio è meno fitto e "peso" di quanto potresti pensare. Il rubino è luminoso e il cuore non così nero. Il profumo è compostissimo, quasi un esercizio di stile. C'è tutto quello che ti aspetti ci sia, come quando sali su una berlina di lusso: pelle, aria condizionata, vetri elettrici, navi, cambio automatico. E qui hai la frutta rossa, il caffè, il cioccolato, e l'inevitabile, pervasiva vaniglia. Forse l'unica componente eccessivamente esposta.
All'assaggio, una sorpresina: facile al secondo bicchiere, ed ai successivi. Una parabola che pare un gesto di danza, privo di esitazioni o intermittenze, fino all'ultimo svolazzo fresco del finale: non eterno, no, ma lieto. Se vuoi, quella virgola dolce che hai tra le parti più dure e il fondo carnoso, ma l'impianto è ineccepibile.
Bicchiere che attende l'attesa: un paio d'anni ancora per una bevuta perfettamente inscritta, ma plausibile.