Caractère Rouge - Rodenbach

Rodenbach è uno dei numi tutelari del brivido acido. Chi decide di addentrarsi seriamente nel mondo della birra di qualità presto o tardi con le birre acide si trova a confrontarsi: qualcuno per amarle, molti per apprezzarle, qualcheduno - inconfessabilmente - per detestarle e trangugiarle strizzando gli occhi. Dopo decenni di oblio viviamo l'epoca del successo del lambic, portabandiera dell'acido estremo, ogni gourmet degno di questo nome oggigiorno è tenuto oramai a conoscerne quantomeno l'esistenza, ma non è questo l'unico stile a lasciare tanto spazio ad acidità taglienti come una lama. Il Belgio, patrimonio mondiale della diversità birraria, ci regala le stupende Flemish Red Ales, stile tradizionale delle Fiandre Occidentali di cui Rodenbach, a Roselaire, è il produttore indiscutibilmente più conosciuto, nonchè uno dei pochi ancora operanti.

Le Red Flamish sono birre dal colore ambrato carico con riflessi rossicci a fermentazione mista, vale a dire che dopo una prima fermentazione "regolare" vengono lasciate maturare fino a due anni in grandi botti esauste dove l'azione dei batteri produce un'acidità molto pronunciata, con una caratteristica vena acetica molto distinguibile. Sono molto probabilmente delle lontane discendenti delle Porter inglesi del XVIII secolo e ne mutuano ancora oggi l'ancestrale processo produttivo. L'acquisizione una decina di anni fa di Rodenbach da parte di Palm, con le pastorizzazioni, le colorazioni e gli addolcimenti di caramello, hanno un poco appannato il prestigio del marchio. Sta di fatto che la Rodenbach Gran Cru è sempre un bel bere, e quando ti capita fra le mani qualche versione rara il godimento può schizzare alle stelle.

È il caso della Caractère Rouge, edizione speciale e studio sperimentale di non semplice reperibilità, sempre che non sia già esaurita, prodotta selezionando la birra da un singolo foeder di Rodenbach a cui sono stati aggiunti in fermentazione lamponi, ciliegie e mirtilli. Il colore è un ambrato carico con splendidi riflessi salmone che ritroviamo nella schiuma, poco persistente. All'olfatto è davvero una meraviglia: il primo impatto è sul mirtillo, avvolgente e vellutato, per espandersi su un ventaglio di frutti nitidi, profumati, eleganti, ovviamente ciliegia e lampone, poi la prugna, il tamarindo, una pennellata di caramello ed un fenomenale floreale caldo in cui spicca la viola. La bocca, appagante e appena meno esplosiva, si gioca tutta sul confronto fra una spiccata vena dolce ricca di frutto e caramello e le acidità, tagliente, "acerba" e affilata quella del lampone, da yogurt intero quella lattica, tradizionale quella acetica e molto vinosa quella della ciliegia. Il corpo è particolarmente secco, limato anche da una carbonazione vigorosa. Chiaro sullo sfondo il contributo del passaggio in legno, rustico, ruvido e appena astringente. Persistenza da record, vibrante e succosa.

Recita la presentazione: "La birra ricorda la combinazione unica di delicatezza e forza di un vino di Borgogna in tutta la sua freschezza". Può apparire forse un paragone ardito agli occhi dei vinofili, ma è stato il primo pensiero che mi ha attraversato posando il naso sopra il calice. Forse impervia per i palati poco propensi ai pH siderali, ma sicuramente un piccolo capolavoro.