Sono prodotti che sono in quella fase intermedia tra grande ristorazione e grande distribuzione: non sono reperibili troppo facilmente, hanno nel DNA idee di avanguardia, e tecniche che si trovano nell'ibrida fase di addomesticazione popolare, sono cibi nuovi e non immediati, e tra 5 anni avranno probabilmente il loro fake al supermercato sotto casa. Questa settimana vi raccontiamo quattro cibi nuovi, uno diverso ogni giorno.
Iniziamo con il Succo D'UVA. I D'UVA sono succhi d'uva, appunto, senza alcool, ottenuti con tecniche che associano il freddo alle alte pressioni, escludendo le alte temperature, la fermentazione e l’aggiunta di sostanze chimiche. La base è un'ottima frutta, in quattro variazioni di gusto: merlot, barbera, zenzero e lemongrass, anice e liquirizia. L'ideatore è Enrico Di Martino, viticoltore, che faceva cose talebane ancora prima di togliere l'alcol dal vino: nella sua cascina Belmonte, ha scelto di non trattare le viti con erbicidi né insetticidi, di produrre un vino a bassissimo contenuto di solfiti, e di fare ogni scelta possibile in nome della sostenibilità ambientale e della biodiversità. Dopo il vino, è passato ai succhi D'UVA. Enrico ha trovato ispirazione lontano dalle sue vigne, bevendo uno smoothie nell'Essex. Prima di lui, più complesso dello smoothie e a qualche chilometro di distanza, René Redzepi del Noma pensava a un Juice Pairing per i suoi menu, e trovava il modo di dare dignità all'abbinare una bibita analcolica a un intero pasto. Quindi voi, che bevete succo di arancia con il sushi, potete camminare a testa alta. (No, voi che bevete cappuccino con la cotoletta, continuerete a essere additati).