Reducetariani, vegetariani, vegani: le 8 diete alternative più diffuse e il caso (tragico) di Steve Jobs

Otto regimi alimentari per diminuire (o eliminare del tutto) il consumo di carne e pesce: ecco quali sono e le linee guida e le filosofie da conoscere per seguirli correttamente

“Ci sono più cose in cielo e in terra di quante tu ne possa sognare”, si legge nell’Amleto di Shakespeare. Ma anche ci sono più possibili diete, e pure molto diverse fra loro, di quante se ne possano immaginare. E mangiare, ovviamente.

Sono diverse fra loro, ma soprattutto diverse rispetto a quella seguita più comunemente dalla maggior parte delle persone, che non è la dieta carnivora, come erroneamente si crede (quella va giusto bene per tigri e leoni e simili), ma quella onnivora, cioè in cui si mangia più o meno tutto. Compresa la carne, ma non esclusivamente la carne. È da questo alimento che si parte per capire, conoscere e magari provare gli altri regimi alimentari, perché è da questo alimento che ci si allontana, più o meno intensamente.

Di seguito, ecco alcune delle diete plant-based più diffuse, di crescente livello di “difficoltà” (per l’impegno richiesto): nascono tutte da necessità alimentari o legate alla salute della persona che le adotta, ma alcune hanno anche una base etica o filosofica che è necessario capire e fare propria perché possano essere seguite con efficacia.

Reducetariana

La riduzione indicata dal nome riguarda la carne bianca e rossa e (in misura minore) il pesce: l’idea dell’americano Brian Kateman, che l’ha inventata intorno al 2014, è che sia parecchio difficile interromperne di colpo il consumo e che “non dobbiamo farci prendere dall’ansia di essere perfetti”. Non subito, almeno. Quindi: ridurre i giorni della settimana in cui si mangia carne, scegliere un giorno specifico in cui si esclude qualsiasi prodotto di derivazione animale e in generale ridurre le porzioni e le dimensioni di hamburger e bistecche.

Flexitariana

Simile alla precedente, dunque con prevalenza di prodotti vegetali, ma con più attenzione alle proporzioni e alla presenza di alimenti di derivazione animale (che non dovrebbero superare il 20% di quello che si mangia) e alla loro provenienza: l’idea è quella di concedersi più cibo di stagione e in arrivo dal territorio in cui ci si trova, anche per ridurre l’impatto ambientale della sua produzione.

Vegetariana

È la più nota fra le diete a base vegetale, ma in realtà è un gruppo di diete che hanno differenze anche importanti fra loro: in linea generale, si mangia qualsiasi tipo di frutta e verdura, mai la carne e comunque mai alimenti che derivino dall’uccisione degli animali.

Latte-ovo-vegetariana

È la più diffusa fra le diete vegetariane ed è anche una delle più facili da seguire: sì  a qualsiasi tipo di frutta e verdura, no alla carne e al pesce e però sì a latte e latticini e uova (ma non di pesce, perché per ottenerle è necessario uccidere l’animale); la variante latto-vegetariana esclude le uova, come si capisce dal nome.

Fish-vegetarian o pescetariana

Un altro regime alimentare piuttosto semplice da provare: sì a qualsiasi tipo di frutta e verdura, no alla carne e però sì al pesce (ma solo pescato, non di allevamento) e a latte e latticini e uova.

Crudista

Non si mangia nulla che sia stato cucinato a temperature oltre i 42 gradi. Ce ne sono di due tipi, vegana e non vegana: la prima concede solo cibi di origine vegetale, comprese frutta, noci, semi, cereali e legumi germogliati; nella seconda variante, sì anche a latticini (non pastorizzati, però) e carne e pesce. Crudi, chiaramente.

Vegana

Più che una dieta, una filosofia di vita: prevede non solo che non venga consumato alcun alimento di origine animale (banalmente, la carne e il pesce, ma pure le uova, il latte e tutti i suoi derivati, il miele), ma anche che non vengano usati capi di abbigliamento di derivazione animale e (a titolo di esempio) non si partecipi a manifestazioni ed eventi o non si assista a spettacoli in cui gli animali vengono in qualsiasi modo usati o sfruttati. Le proteine non più assunte con la carne vengono solitamente rimpiazzate con quelle contenute in legumi, cereali e frutta secca.

Fruttariana

È consentito solo il consumo di frutta, inteso sia come i frutti delle piante (pesche, albicocche, arance e così via) sia come gli ortaggi “a frutto” (peperoni, pomodori, cetrioli e simili), ritenuti il cibo ideale per la specie umana. Fra tutte, è probabilmente la più difficile da seguire e pure la più pericolosa, perché è l’unica in cui si rischiano carenze nutritive anche importanti: Steve Jobs morì cercando di combattere il cancro al pancreas con la frutta, dopo averla provata per qualche tempo; l’attore Ashton Kutcher finì in ospedale proprio mentre interpretava il co-fondatore della Apple.

Emanuele Capone si è formato professionalmente nella redazione di Quattroruote, dove ha lavorato per 10 anni. Nel 2006 è tornato nella sua Genova, è nella redazione Web del Secolo XIX e scrive di alimentazione, tecnologia, mobilità e cultura pop.

Illustrazione di Davide Abbati.

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