Indice glicemico, ti spieghiamo cos'è, perché forse non lo sai
Scoprite la nostra guida con i consigli dell'esperta per conoscere e controllare un importante valore che ci permette di mantenere il peso forma e non solo
L'indice glicemico è il parametro che ci dice quanto velocemente sale la concentrazione di glucosio (glicemia) nel sangue dopo il consumo di un dato alimento contenente zucchero o carboidrati, chiarisce la dottoressa Viviana Vecchio, biologa e nutrizionista, consulente del Centro Diagnostico Italiano (CDI) di Milano.
Con l'aiuto dell'esperta abbiamo stilato una guida con una premessa necessaria: "Molti errori alimentari nascono proprio dalla mancata conoscenza dell'indice glicemico, il cui controllo diventa importante soprattutto in caso di diabete e in caso di alterata glicemia a digiuno. Tenete conto che nelle persone in buona salute la glicemia a digiuno si attesta tra 75 e 90 mg/dl (milligrammi di glucosio per decilitro di sangue), con un limite della norma a 100 mg/dl, mentre parliamo di glicemia alterata a digiuno di fronte a un valore che spazia da 100 a 125 mg/dl".
Quanti carboidrati esistono?
Gli alimenti che contengono carboidrati sono cibi che contengono glucosio. I carboidrati semplici o zuccheri vanno dallo zucchero raffinato al fruttosio (contenuto nella frutta) e al maltosio, utilizzato dai lieviti nella fermentazione alcolica (della birra per esempio). I carboidrati complessi contengono amido e si trovano nella pasta, nel pane, nel riso, ma anche nelle patate. Anche l’alcool è uno zucchero definito anidro, ossia disidratante. E’ l’unico zucchero definito antinutrizionale.
Quando questi alimenti passano nel sangue generano una curva glicemica corrispondente a una concentrazione più o meno alta.
Come si misura l’indice glicemico dei vari alimenti?
Esistono delle tabelle di classificazione in indice glicemico elevato, intermedio e basso ma la risposta glicemica di un alimento varia da persona a persona. Tra i fattori in grado di influenzare la risposta glicemica postprandiale (cioè la presenza degli zuccheri nel sangue dopo aver mangiato) troviamo la composizione del microbiota intestinale della persona che assume l'alimento, che a sua volta è caratterizzato dal tipo di zucchero contenuto, dai metodi di cottura, dai processi di produzione alimentari, dalla quantità di altri nutrienti nell’alimento, dal contenuto di fibra alimentare.
Cos'è il picco glicemico
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Perché è importante tenere d'occhio l'indice glicemico
Evitare brusche oscillazioni della glicemia significa tenere sotto controllo i livelli di insulina, che se presente in eccesso facilita l’accumulo di grasso, ostacolando la perdita di peso
Nella pratica quando lo zucchero entra nel sangue attraverso il cibo, il pancreas produce insulina, un ormone, in risposta allo stimolo glicemico, che ha il compito di "spostare" lo zucchero dal sangue alle cellule sotto forma di nutrimento, trasformato poi dal corpo in energia necessaria al movimento. Questo sistema si autoregola in modo autonomo finché il metabolismo è in equilibrio. Quando il sistema non si autoregola più in maniera efficiente possiamo avere un'alterata glicemia a digiuno nell'intervallo 100-125 mg/dl o un diabete (da 126 mg/dl in su).
Per misurare la glicemia a casa si può usare il glucometro, che i diabetici conoscono bene. Si tratta di un dispositivo medico composto da una penna pungidito con aghi e strisce reattive.
Quando dobbiamo controllare l'indice glicemico con attenzione?
Il menu ideale per controllare l'indice glicemico
Per compensare l'indice glicemico del pasto è quindi importante consumare sempre una porzione di zuccheri (ad esempio, la pasta, meglio se integrale) e una porzione di proteine (come carne o legumi) da unire alle fibre (verdure).
Se mangiamo carboidrati abbinati a proteine e molte verdure il pasto è glicemicamente compensato. Questo è sufficiente per mantenere un picco glicemico ben dosato all’interno del sangue.
Un pasto ideale è quello completo, composto da primo e secondo, regolato nelle quantità, o da un piatto unico che associa carboidrati e proteine.
Ad esempio:
Colazione: caffè o latte + fette biscottate integrali o cereali integrali o
tisana o caffè d'orzo + pane nero e ricotta
Spuntino: uno yogurt greco bianco
Pranzo: pasta (carboidrati) e fagioli (proteine vegetali) + contorno di verdure o in alternativa pasta integrale (o polenta) + carne + verdure
Cena: secondo proteico di carne o pesce (o uova o formaggi o legumi ad eccezione dei piselli ricchi di carboidrati) + verdure + pane o in alternativa primo + secondo (bilanciando sempre le porzioni)
Due regole
- Gli alimenti ricchi di zuccheri devono essere consumati in quantità moderata e possibilmente mai da soli ma abbinati a fonti di proteine e fibre per abbassare l'indice glicemico.
- I piatti unici con proteine vegetali hanno basso indice glicemico. Pasta, riso, orzo, farro con legumi sono piatti unici nutrienti e bilanciati.
Gli errori più comuni
- Mangiare una sola volta al giorno.
Saltare i pasti porta a un aumento dell’assorbimento anche se la quantità calorica totale ingerita nella giornata è inferiore. È necessario fare almeno 3 pasti al giorno per evitare di bloccare il metabolismo con un conseguente assorbimento maggiore al primo pasto disponibile. - Bere solo un caffè a colazione
Una buona colazione è fondamentale per inserire energia e assorbire meno a pranzo. - Sottovalutare ciò che si beve in termini calorici
Dall'alcol ai centrifugati fino ai succhi di frutta, gli zuccheri vengono assunti anche attraverso i liquidi. E' preferibile consumare la frutta non spremuta per non distruggere le fibre alimentari e avere un maggiore senso di sazietà.