Pesce di banana, patatine di salmone, latte fatto dall'IA e altri cibi assurdi che puoi già mangiare

Non solo la non-carne: il mondo degli alimenti alternativi è in forte movimento, fra maionese ricreata dall'intelligenza artificiale (senza usare le uova) e carne coltivata partendo dalle cellule delle mucche. Ecco 7 fra i cibi più curiosi

Giuseppe sta tutto il giorno nella sua cucina, studia le ricette che vuole preparare, sceglie gli ingredienti, prova a combinarli insieme sin che il risultato non soddisfa lui e i suoi colleghi. Sin che il suo piatto è identico nel gusto, nell’aspetto, nell’odore e nel sapore a quello da cui ha preso ispirazione. Perché Giuseppe è un copione. Ma è anche una macchina. Giuseppe è l’intelligenza artificiale che sta dietro ai prodotti della NotCo, una start-up cilena che replica i cibi di derivazione animale (sinora, latte e maionese) usando solo ingredienti di origine vegetale: magari l’hanno chiamata così per dargli un po’ di estro italiano. Anche se il lavoro di Giuseppe è tutto scienza e matematica e chimica.

Quello che fa, come ben raccontato nel documentario “The Age of A.I.”, disponibile su YouTube, è analizzare la struttura molecolare dei cibi: la macchina ha studiato com’è fatto il latte vaccino, sa che è composto da un certo numero di atomi di questo e di quello, che ha colore biancastro, è più denso dell’acqua e ha un sapore dolce. E attinge al suo database per trovare ingredienti (vegetali) che messi insieme diano tot atomi di questo e di quello in un liquido dal colore biancastro, più denso dell’acqua e dal sapore dolce. E così nasce il Non Latte (NotMilk, come si legge sulla confezione).

Ma il latte (anzi il non-latte) creato dall’intelligenza artificiale è solo uno dei tanti cibi strani, stranissimi o assurdi che si possono già comprare, provare, portare a casa e mangiare. Di seguito, ecco alcuni dei più curiosi.

Latte (materno) ricostruito in laboratorio

Il primo in realtà non si può comprare e probabilmente non si potrà comprare ancora per parecchi anni. E però è un’alternativa parecchio originale al latte, dunque il suo posto è qui: una start-up della North Carolina, guidata da due donne, sta cercando di riprodurre il latte materno partendo dalle cellule mammarie. La piccola compagnia si chiama Biomilq e l’idea delle due fondatrici è quella di sostituire il latte in polvere, la cui produzione è altamente inquinante. Una follia? Non secondo la Breakthrough Energy Ventures di Bill Gates (e Jeff Bezos, Mark Zuckerberg, Richard Branson e Jack Ma), che hanno messo a disposizione della Biomilq finanziamenti per 3,5 milioni di dollari.

La carne fatta senza la carne

Novità delle novità fra l’estate e l’autunno del 2019, quando hanno iniziato a essere venduti anche nei negozi e a essere disponibili anche in Italia, i burger di non-carne sono sempre più diffusi: fatti con i piselli o con la soia, con la barbabietola rossa usata per simulare il sanguinamento della carne, sono famosi principalmente grazie alle americane Beyond Meat e Impossible Foods, che hanno speso milioni di dollari e impiegato circa 4-5 anni per trovare la ricetta giusta. Sul carro del (futuro) vincitore stanno saltando un po’ tutti: dalla Nestlé alla Kellogg, sino alla Findus, passata dai bastoncini di pesce a burger e salsicce e polpette della linea Green Cuisine.

Un burger da un milione (di dollari)

Il primo esempio della cosiddetta “carne coltivata”, cioè creata partendo dalle cellule di una mucca, estratte e fatte crescere in laboratorio, risale al 2013: per creare un hamburger da 400 grammi si spendevano circa 1,2 milioni di dollari. Il progresso in questo campo è stato talmente rapido che si stima che fra un paio d’anni ne basteranno 10. Le tre aziende più attive nel settore sono l’americana Just, l’israeliana Future Meat Technologies e l’olandese Mosa Meat e chi ha provato i loro prodotti assicura che nulla c’entrano con le fake-meat di Beyond e Impossible: è carne vera e propria, e da ogni mucca si potrebbero ricavare 175 milioni di hamburger, invece di mezzo milione. Vero: anche questa non si può ancora comprare, ma manca poco.
Hamburger prodotto da Mose Meat

La carbonara vegana

 

Sì, nella carbonara tradizionale si usa il guanciale e non la pancetta, e però dal mondo vegan al momento arrivano solo i dadini al gusto di pancetta, quindi si possono usare quelli per preparare uno dei sughi più amati dagli italiani. Li produce una piccola azienda italiana che si chiama Joy e ha la sede in Umbria: costano meno di 3 euro a confezione e sono in vendita (anche) da Esselunga. E al posto dell’uovo? Si può usare la panna di soia combinata con la curcuma.
Dadini Vegan al gusto pancetta Joy food evolution

Il pesce fatto con le banane

L’americana Upton’s Natural, che ha sede a Chicago, ha scoperto un nuovo modo per usare il fiore di banano, quella parte della pianta dai petali spessi e a forma di carciofo che di solito viene gettata via: “Ha una consistenza delicata e friabile che ricorda il sapore del pesce - ha detto il fondatore, Daniel Staackmann, parlando con Food Navigator - soprattutto impanato”. Da lì a fare il classico “fish & chips” (ma senza “fish”), il passo è stato breve: dallo scorso maggio, le confezioni dei Banana Blossom (fiori di banano, appunto) sono disponibili negli Stati Uniti nei punti vendita di Whole Foods. Hanno una leggera panatura e sono precotti, dunque è sufficiente scaldarli prima di mangiarli.

Le patatine di salmone

Al lato opposto dello spettro alimentare ci sono le chips fatte con la pelle (fritta) del salmone, sinora trascurata e anzi solitamente gettata via: le vende l’americana Goodfish in sacchettini da 15 grammi ciascuno che sarebbero pure ricchi di Omega 3. Come tutte le patatine che si rispettano, sono disponibili in vari gusti: Spicy Bbq, Chili Lime, al mirtillo rosso, al sale marino. Diversamente dalle patatine tradizionali, sono carissime: 2,99 dollari a confezione.

Emanuele Capone si è formato professionalmente nella redazione di Quattroruote, dove ha lavorato per 10 anni. Nel 2006 è tornato nella sua Genova, è nella redazione Web del Secolo XIX e scrive di alimentazione, tecnologia, mobilità e cultura pop.

Immagine di apertura e grafica NotCo

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