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Alla scoperta della ricetta che sfida la strada e la fantasia

Ford ha lanciato una sfida a chef internazionali: salire sul nuovo Ranger Raptor alla ricerca di ingredienti autoctoni e originali per creare ricette innovative. Vi raccontiamo il piatto italiano, e il suo creatore, espressione di gusto, cultura e creatività

Cibo e viaggio, due parole strettamente connesse. Infatti, non esiste nulla più del viaggio, che permette di addentrarsi nell’identità gastronomica di un luogo. Non a caso, il viaggio per uno chef è vita. È fondamentale uscire dalla propria cultura per aprire la mente, far circolare le idee e confrontarsi con l’altro. Lo scopo? Crescere ed essere liberi per realizzare piatti non banali. Uno stile di vita e una forma mentis che necessita di frugare nel territorio alla ricerca di prodotti locali, apprendere le tecniche di cottura autoctone, conoscere e provare l’inedito, imparare a stupirsi. Ispirata dalle evidenti affinità tra il mondo del cibo e quello del viaggio, Ford ha lanciato agli chef di alcuni Paesi una sfida a bordo del nuovo Ranger Raptor per procacciarsi ingredienti locali e originali con cui ideare ricette innovative. Una sfida che Eugenio Boer, chef-viaggiatore italo-olandese del ristorante Bu:r di Milano, ha raccolto in modo molto interessante. La sua creazione, ribattezzata Eat My Dust, è una bavarese a forma di copertone, fatta con materie prime reperite nella bergamasca Alta Val Brembana, a 1.800 metri di altezza. “Lo Chef Eugenio Boer ci è sembrato perfetto per raccogliere questa incredibile sfida, insieme al nostro Ranger Raptor. Si tratta di un personaggio poliedrico, che ha fatto proprie le tradizioni territoriali di molti e diversi luoghi, sublimandone le peculiarità in una filosofia culinaria altamente personale, fatta di tradizione e di innovazione, appresa nelle tante città dove ha vissuto, prima di approdare a Milano”, ha spiegato Marco Alù Saffi, direttore delle relazioni esterne di Ford Italia.
Ford Ranger Raptor protagonista della sfida Eat My Dust

Lo chef e il suo piatto, la bavarese che sfida qualsiasi limite 

Vi raccontiamo meglio Eugenio Boer, viaggiatore nell'animo già dalla sua infanzia. Metà italiano da parte di madre ligure-siciliana e metà olandese da parte di padre, vive a Voorburg, in Olanda, fino all’età di sette anni, quando si sposta in Italia, a Sestri Levante, insieme alla famiglia, per seguire il papà, agente di commercio. Ma è grazie alla nonna italiana che inizia a familiarizzare con la cucina e a capire che lì avrebbe trovato la sua realizzazione.

Dopo il compromesso tra studio e lavoro, per accontentare le richieste paterne, e sei anni di apprendistato in diversi ristoranti liguri, inizia il suo peregrinare per il mondo alla ricerca di uno stile proprio. Lavora per due anni all’Osteria dei Vespri Siciliani di Palermo. Poi è la volta di Berlino, dove impara ad osservare cucine di tradizioni disparate. Seguono altri cinque anni a Palermo, di nuovo con Alberto Rizzo all’Osteria dei Vespri Siciliani, dove assorbe le influenze multiculturali del capoluogo della Trinacria, sempre presenti nella sua cucina. Nella provincia di Siena, prima da Gaetano Trovato all’Arnolfo di Colle Val d’Elsa, e poi alla Leggenda dei Frati di Monteriggioni, impara a dosare intensità ed eleganza. Infine, in Alta Badia, al St. Hubertus, da Norbert Niederkofler scopre la cucina di montagna e la trasformazione di una materia prima non “facile”.

La bavarese dello chef: il racconto di Eugenio Boer
A Milano si arresta il suo nomadismo: Boer inizia nel 2010 con il ristorante Enocratia, dove prende il via un suo progetto pionieristico sul vino naturale; poi si mette alla prova con un concetto più easy di ristorazione con il locale Fishbar de Milan. Nel 2014 apre il suo ristorante Essenza, che ottiene la stella Michelin nel 2017. Attualmente è lo chef patron del ristorante Bu:r dove, dal 2018, porta avanti la sua filosofia culinaria basata sul rispetto del prodotto, nella sua stagionalità, e sul viaggio come linfa vitale dei piatti.

Per creare Eat My Dust  lo chef si è immerso nell’anima più profonda della montagna selvaggia dell'Alta Val Brembana, alla ricerca del vero contatto con la materia prima. Qui, ispirato dallo spirito estremo di Ford Ranger Raptor, ha dato vita a una bavarese a forma di copertone, con rapa rossa, formaggio di capra di montagna, finta terra (crumble) di funghi porcini e grano saraceno, polvere di erbe fresche disidratate (Nepitella e Erba Cedrina) e fiori.

Quello di Boer è un piatto che rende omaggio ai prodotti locali, ne rispetta la stagionalità e mira ad assumere un'identità forte e definita. Dal formaggio di capra di montagna ai funghi porcini, dalle rape rosse al grano saraceno alle erbe spontanee, reperite dallo stesso chef attraverso il foraging (l'arte di raccogliere il cibo selvatico) ogni ingrediente di questa bavarese salata è impregnato della valle bergamasca. Un'armonica creazione che, come le migliori avanguardie, strizza l'occhio al futuro, senza rinnegare il passato e la tradizione contadina.

Un piatto che ha delle evidenti affinità con il pick-up dell’Ovale Blu. Una ricetta audace, che coniuga la cucina della nonna, musa ispiratrice dello chef, con il viaggio e che sa dosare la libertà, senza porre limiti alla fantasia.

Il Ranger Raptor è un pick-up innovativo e all’avanguardia, un po’ come la mia cucina. Aver fatto parte di questo progetto è stato divertente e stimolante. La comodità del mezzo stupisce, il connubio geniale sta proprio in questo: la libertà di sfidare qualsiasi limite della strada avendo a disposizione tutti i comfort che uno desidera. La creazione della mia ricetta ha voluto richiamare gli elementi della terra e la glorificazione della polvere, che era il key message fondamentale della campagna
Eugenio Boer, chef

Il luogo: in Alta Val Brembana, tra borghi antichi e boschi selvaggi

Terra dura, ma generosa, l'Alta Val Brembana è ubicata in provincia di Bergamo e deve il suo nome al fiume Brembo che l'attraversa. Un luogo autentico, dove natura, storia e cultura creano un'affascinante sinergia. Boschi, antichi borghi, realtà rurali, malghe, monasteri, luoghi di culto convivono in questo silenzioso fazzoletto di terra selvaggia, dominato dalle Alpi Orobiche e popolato da una ricca biodiversità vegetativa e faunistica. Un terreno impegnativo, di montagna, in cui il pick-up best seller dell’Ovale Blu ha dimostrato il suo enorme potenziale. 

Ford Range Raptor

Il nuovo Ford Ranger Raptor è il veicolo adatto agli scenari di guida più inospitali del pianeta. Un fuoristrada possente che ha saputo gestire al meglio tutte le condizioni del manto stradale di un terreno roccioso, come è quello di montagna. Con le sue tecnologie d’avanguardia, l'auto si è dimostrata un'ottima compagna di viaggio dello chef Eugenio Boer, rendendo fluida e confortevole la sua guida e permettendogli di immergersi, in totale relax, in una terra rude e caleidoscopica come l'Alta Val Brembana, e di concentrarsi sui suoi incredibili giacimenti gastronomici.