Cedrata Tassoni, quasi 230 anni di storia da Mina allo spumante Ferrari

Vi raccontiamo un’azienda italiana nata alla metà del Settecento e conosciuta in tutto il mondo: acquistata dal gruppo Lunelli, produce ancora nello stabilimento di allora e punta a espandersi all’estero. Anche con l’aiuto di Mina.

Oltre 20 milioni di bottigliette prodotte complessivamente nello storico impianto di Salò, sulla sponda bresciana del lago di Garda, un giro d’affari superiore ai 10 milioni di euro, anche grazie al successo in mercati esteri come Stati Uniti, Emirati Arabi, India e Russia. Oltre che ovviamente in Italia, dove l’azienda è nata nel 1793. Stiamo parlando della Cedral Tassoni, produttrice dell’omonima e iconica Cedrata, che a maggio 2021 è stata acquistata dal gruppo Lunelli, noto soprattutto per lo spumante Ferrari.

I dettagli economici dell’operazione non sono stati svelati, però sono chiari gli obiettivi: “Va nella direzione di creare un polo dell'eccellenza del bere, ambasciatore nel mondo dello stile di vita italiano”, si legge in una nota del gruppo Lunelli, che controlla anche le acque minerali Surgiva. E pure è abbastanza chiaro come si concretizzerà, tutto questo: “Tassoni sarà inserita nel gruppo come una realtà produttiva autonoma, preservandone la tradizione e il forte radicamento sul territorio”. E non potrebbe essere altrimenti, perché il marchio è davvero uno di quelli che a toccarli e a cambiare qualcosa, si rischia di fare danni. Perché vanno bene come sono, se non addirittura benissimo.

Una tradizione iniziata alla metà del Settecento

Quella di Tassoni sembra un po’ la storia raccontata da Stefania Auci nel bel libro I leoni di Sicilia, solo che è ambientata al Nord invece che al Sud e che ci sono gli Amadei al posto dei Florio. Come quella del romanzo, è insieme la storia di una famiglia e di un’impresa, che è nata alla metà del 1700 a Salò, la cittadina bresciana sul lago di Garda diventata poi suo malgrado famosa per altre vicende: è la spezieria della famiglia Bondoni, alla fine di quello stesso secolo viene riconosciuta farmacia e un centinaio di anni più tardi prende il nome che ha ancora adesso, dopo essere stata acquistata da Bartolomeo Castelli e dal marchese Nicola Tassoni. È nel 1884 che passa nelle mani di Paolo Amadei, che è quello che separa l’attività della farmacia da quella della distilleria e le dà l’impronta che ha oggi, tanto che lo stabilimento sta dove stava allora.

 

Lo stabilimento Tassoni a Salò

Sono i decenni della rivoluzione industriale, gli anni successivi all’Unità d’Italia, con tutti i cambiamenti e gli stravolgimenti  che comporta, e la Tassoni inizia subito a puntare sulle bibite, sugli agrumi e soprattutto sui cedri, prima con l’Acqua Tutto Cedro e poi con lo sciroppo. E anche sull’esclusività e sul brand, una scelta decisamente avveniristica per l’epoca: “Eviterete ogni falsificazione esigendo  la  firma Tassoni”, diceva un’inserzione pubblicitaria pubblicata su “L’illustrazione italiana” nel 1891. Negli anni Venti, l’azienda è sempre nelle mani delle famiglia Amadei (ci resterà per quattro generazioni, sino a quest’ultimo passaggio di proprietà): è allora che inizia a nascere la celebre Cedrata, partita come Sciroppo di Cedro, accompagnato sul mercato dai manifesti futuristi entrati nella storia della pubblicità, e poi dallo slogan “è buona e fa bene”, descritta come una bibita “già pronta nella sua dose ideale” e venduta nell’inconfondibile bottiglietta a buccia d'agrume.

Come tutti i miti, anche la Cedrata Tassoni (il nome vero e proprio risale al 1956) è caratterizzata da una formula segreta, da una ricetta che mai è stata svelata: si sa solo che all’inizio era preparata con i cedri citrus medica coltivati sulle rive del lago di Garda e che oggi nasce dalla lavorazione dei cedri Diamante della Calabria, acquistati direttamente dal produttore per mantenere la filiera più corta e protetta possibile. E anche si sa che dentro ci sono solo aromi naturali, senza l'aggiunta di conservanti o altro.

Gli anni Settanta, Mina, i premi e le altre bibite

Il resto è storia recente, dall’arrivo in televisione con gli spot pensati per Carosello alla collaborazione nel 1973/74 con Mina e la sua inconfondibile voce: nel tempo, la cantante è stata protagonista di numerosi filmati nei quali ha interpretato grandi successi, come “Grande grande grande”, “E penso a te”, “Non gioco più”, “E poi”, “Fiori rosa fiori di pesco”, in mezzo a giochi d’acqua e di luce, le fontane di Villa d’Este, i riflessi del lago, l’ombra dei giardini, arrivando sino all’interno dello stabilimento di Salò.

Dove intanto la produzione continua ancora oggi, ancora con l’antico metodo di separazione delle bucce verdi dal frutto e la loro distillazione in alambicchi di rame, sino all’inevitabile diversificazione.

Con l’inizio del nuovo Millennio, Tassoni amplia decisamente l’offerta di prodotti, arrivando a comprendere sciroppi analcolici e bibite create con materie prime sostenibili, come la Tonica Superfine Tassoni (sempre a base di cedro), quella con i limoni del Garda e altre a base di chinotto, sambuco, pesca e mandorla e mirto, che sono godibili non solo d’estate, ma anche il resto dell’anno, magari come base di partenza per cocktail e preparati.

All’inizio del 2020, l’azienda, che oggi ha una trentina di dipendenti, è stata inserita tra le 100 eccellenze italiane premiate dalla rivista Forbes e dal magazine So Wine So Food in occasione della presentazione della prima edizione della Guida 100 Eccellenze Italiane, che ha assegnato un riconoscimento alle realtà del nostro Paese, tra prodotti gastronomici, hotel, ristoranti e aziende, che “sono riuscite a mantenere alto lo standard di produzione e servizi”. Inoltre, si era aggiudicata la gara d’appalto per la fornitura di acqua tonica e soda a chi viaggia in business class a bordo degli aerei Alitalia: l’accordo è in vigore sino al dicembre del 2021 e sarà sicuramente uno dei modi attraverso i quali i prodotti Tassoni potranno essere conosciuti anche da chi vive all’estero, magari in Paesi non (ancora?) raggiunti dalle esportazioni, come la Cina.

Da youtube uno degli storici spot della Cedrata Tassoni

Il futuro e l’attenzione all’estero

Fra l’altro, la fusione con Lunelli va proprio in questa direzione, quella di un’espansione verso il resto del mondo: “Siamo orgogliosi che Tassoni entri nel gruppo perché è un marchio iconico, un simbolo della migliore tradizione italiana che così rimane patrimonio del nostro Paese - ha detto fra l’altro Matteo Lunelli, Ad dell’azienda trentina - Punteremo a rafforzare ulteriormente il brand, posizionandolo come il luxury soft-drink italiano per eccellenza”. Ancora: “Abbiamo in programma di aumentare la presenza sui mercati internazionali e di sviluppare la gamma che affianca alla Cedrata bibite create con materie prime sostenibili e di altissima qualità”.

Del resto, già l’anno scorso c’erano stati contatti con il redditizio mercato cinese, che sono stati poi purtroppo ostacolati dall’emergenza coronavirus e che adesso possono riprendere. L’idea è probabilmente anche quella di approfittare del boom che questo tipo di bevande stanno avendo a livello mondiale, in qualche modo in relazione con la maggiore attenzione che abbiamo messo tutti nella ricerca del benessere, come sul Cucchiaio abbiamo raccontato a fine del 2020. E se non fosse un’eresia, potremmo immaginare di sorseggiare un giorno un bicchiere di spumante Ferrari al sapore di cedro...

Da youtube gli spot di Mina per la Cedrata Tassoni

 

Emanuele Capone

Si è formato professionalmente nella redazione di Quattroruote, dove ha lavorato per 10 anni. Nel 2006 è tornato nella sua Genova, è nella redazione Web del Secolo XIX e scrive di alimentazione, tecnologia, mobilità e cultura pop

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