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Alta Langa

Alta Langa
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Pubblicato il 03.12.2020

STORIA

In un famoso romanzo di Beppe Fenoglio, “La Malora”, il protagonista racconta che nella sua famiglia erano così poveri che il fratellino più piccolo alla sera veniva mandato dai vicini a farsi accendere la lampada a olio per risparmiare il fiammifero. Se si pensa a cosa è oggi la Langa del Barolo e del Barbaresco, tra resort e ristoranti stellati, turisti che sgomitano per comprare a caro prezzo tartufi e vini pregiati, piccoli proprietari che si contendono a colpi di milioni i pochi fazzoletti di terra in vendita, si fa fatica a pensare che sia la stessa terra. Ma salendo un po’ più in alto, verso l’Appennino, in Alta Langa, l’aria si fa più fresca e si ritrovano atmosfere più rarefatte, tra boschi, noccioleti, greggi di pecore e capre; e se non è la stessa Langa di Fenoglio, per lo meno un po' ancora le somiglia.  

Il Piemonte, in particolare la cittadina di Canelli, è considerata la culla dello spumante italiano. I primi spumantisti si servivano dell’uva di quella zona astigiana, il Moscato (che sarebbe diventato l’Asti Spumante). Ben presto però cominciarono a cimentarsi con le uve classiche della Champagne, Pinot nero e Chardonnay, per la produzione di spumanti ispirati al modello francese. In Piemonte quelli erano vitigni scarsamente coltivati, il principale bacino di raccolta era l’Oltrepò pavese.

Alla fine del novecento il crescente successo delle “bollicine” spinse alcune aziende, che già avevano una storia importante negli spumanti, a creare un metodo classico tutto piemontese.

Alta Langa

TERRITORIO

Con il supporto dei ricercatori dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura del Ministero delle Politiche Agricole (oggi CREA), in Alta Langa furono realizzati alcuni vigneti sperimentali ad altitudini di 400-500 metri, dove il clima è troppo fresco per la maturazione dei classici piemontesi come Nebbiolo e Barbera; un clima che si ipotizzava invece ottimale per la produzione di basi spumante con i vitigni della Francia del nord. L’esperimento ebbe successo e si diede avvio a nuovi impianti e alla produzione commerciale, dopo aver fissato alcune regole molto stringenti.

La zona di produzione fu estesa dall’Alta Langa propriamente detta a tutta la fascia pre-appenninica del Piemonte meridionale. Territori che godono di molto sole ma anche di buona ventilazione e notti fresche, su suoli in prevalenza calcarei, marnosi e ben dotati di limo. 

Alta Langa

TIPOLOGIE

Alta Langa è uno spumante metodo classico, cioè con rifermentazione in bottiglia e affinamento “sur lie” (sui lieviti) con regole produttive molto severe, le più severe tra gli spumanti italiani e più severe di quelle dello stesso Champagne. Infatti c’è l’obbligo di una sosta minima di 30 mesi sui lieviti prima della sboccatura (dégorgement), che diventano 36 per la tipologia Riserva (per lo Champagne il minimo sono 12 mesi e tre anni per i millesimati).

Tutti gli Alta Langa sono obbligatoriamente “millesimati”, cioè portano la data di vendemmia in etichetta (il “millesimo”). I vitigni base sono Pinot nero e Chardonnay, in purezza o mescolati in proporzioni variabili. E’ possibile aggiungere nel taglio fino al 15% di altri vitigni, una modifica fatta da poco a seguito di test positivi di assemblaggio, in particolare con Nebbiolo, coltivato in altitudine, e fino al 15% di vini base di un’annata più vecchia o più giovane. 

Le tipologie sono quattro: Alta Langa (bianco), Alta Langa Riserva, Alta Langa Rosé, Alta Langa Rosé Riserva.

Alta Langa

ASPETTO, ODORE, SAPORE

Negli spumanti si deve apprezzare al primo impatto la qualità della spuma, che non deve svanire troppo rapidamente, e del perlage, che deve essere fine e persistente.

Il colore è paglierino chiaro nei vini più giovani e un po’ più carico nelle riserve; a influenzare il colore è anche la percentuale di Pinot nero, che dà un giallo leggermente meno brillante dello Chardonnay (ma non è un difetto) e l’eventuale sosta della base spumante in botte di legno, che accentua l’intensità colorante.

I profumi di un Alta Langa rivelano la permanenza piuttosto lunga sui lieviti, con note evolute di crosta di pane, miele, frutta secca a guscio, ma sono ancor presenti anche le note di fiori bianchi e piccoli frutti che caratterizzano i vini più giovani. Al palato la freschezza di un’acidità ben presente ma non eccessiva e il solletico delle bollicine cedono infine il passo a una piacevolezza aromatica che rimane a lungo come retrogusto.

Alta Langa

ABBINAMENTI A TAVOLA

Parliamo di un vino che si può bere in ogni stagione e quasi con ogni cibo, ma non con i dolci, essendo uno spumante secco. Volendo restare in Piemonte, due proposte semplicissime: grissini artigianali e un piatto di carne cruda di fassona battuta a coltello, con o senza una spolverata di tartufo, un filo d’olio eccellente, poco sale, pepe a piacere e una scaglia di parmigiano. Meglio evitare il limone, che specie con questo vino non lega. Siete vegetariani? Abbinate l'Alta Langa con una robiola di pecora o di capra a media stagionatura.  

a cura di Maurizio Gily, agronomo ed esperto di enologia

Nelle immagini: Alta Langa astigiana, uve Chardonnay, uve Pinot nero

SCOPRI ANCHEFranciacortaProseccoBaroloGewürztraminerMarsala,  
Brunello di MontalcinoAmaroneChardonnayMorellino di ScansanoLambruscoMoscato d'Asti e Asti spumantePrimitivoFalanghinaOltrepò pavese, Nero d'Avola

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