Caffè: produzione in calo, prezzi in crescita

Un paio d'anni fa avevamo parlato su questo spazio del pericolo di estinzione del caffè. Tanti i problemi che questa pianta si trova ad affrontare, tanto che gli studiosi danno per certa la scomparsa del caffè allo stato spontaneo già dal 2020. Anche nelle piantagioni le cose non vanno meglio: colpa soprattutto del cambio graduale del clima, anche nelle regioni storiche di produzione. Per questo il prezzo del caffè sta raggiungendo valori che si collocano ai massimi storici da 30 anni a questa parte. E non sembra finita qui.

Le notizie che arrivano dal Brasile non sono per nulla rassicuranti. Lo stato sudamericano da solo produce oltre un terzo dell'Arabica presente a livello mondiale, ossia della varietà più pregiata per la produzione del caffè. Il raccolto è stato messo in crisi dalla siccità, a cui sono seguite le piogge, arrivate però un po' troppo presto e che hanno quindi messo in crisi il ciclo vitale del caffè. Come se non bastasse gli stati produttori del centro america sono alle prese con un'infezione di roya. Si tratta di un fungo che si diffonde molto velocemente, in grado di provocare grossi danni alle piantagioni, come la caduta delle foglie degli arbusti di caffè, il deterioramento delle bacche e il peggioramento della qualità del raccolto, sia per l'anno dell'attacco che per quelli successivi.

La conseguenza è un calo della produzione, tanto che il governo brasiliano ha stimato una diminuzione di oltre 10 milioni di sacchi da 60 kg rispetto all'annata precedente. A questo si aggiunge un aumento continuo della richiesta e del consumo del caffè a livello mondiale, anche all'interno dei paesi produttori, che storicamente sono sempre stati più esportatori che consumatori, soprattutto di varietà pregiate. Tutto questo si ripercuote inevitabilmente sul prezzo del caffè all'origine, che nel corso del 2014 ha visto un aumento di circa il 70%. Se al bar troverete il caffè più caro, ora sapete perché.

Immagine: Carlo Stratta