Non poteva cominciare che con un vino di questa azienda il percorso, che mi auguro piacevole, nell’universo affascinante e sorprendente dei vini… “in rosa”. E’ proprio grazie a questa azienda del Sud del Salento, Rosa del Golfo, e al suo artefice, l’indimenticabile Mino Calò, che i rosati del Sud hanno potuto farsi conoscere nella ristorazione del Bel Paese e acquisire dignità.
Il rosato che ho scelto, prodotto da Damiano Calò, che prosegue con energia il lavoro svolto dal padre, è un rosato molto particolare. Di quelli che o piacciono oppure.. fanno discutere.
Non un rosatino qualsiasi, ma addirittura un rosato “cru”, da uve Negroamaro e Malvasia nera provenienti da un singolo vigneto posto in località Mazzì, contrada agricola a sud di Alezio prospiciente il Golfo di Gallipoli. Non bastasse questo, ed il fatto di essere prodotto con il metodo tradizionale a lacrima, con un basso rendimento di 25-30 litri di vino per quintale d'uva, ecco che la fermentazione invece che in acciaio, come avviene nella stragrande maggioranza dei rosati, anche di quelli buoni, è avvenuta in parte a contatto con legno di rovere. Con successivo affinamento in cantina di una decina di mesi, prima della commercializzazione.
Lo confesso, non amo generalmente i rosati che passano in legno, perché solitamente perdono fragranza, leggerezza e bevibilità, ma questo Vigna Mazzì 2011, abbinato ad un filetto di maiale e a del caciocavallo affumicato, mi ha convinto senza se né ma. Ben più di altre annate precedenti di questo vino, che avevo trovato come soffocate da un eccessivo boisé.
Splendido innanzitutto il colore, un cerasuolo scarico, corallo, petalo di rosa, di bellissima luminosità e brillantezza con sfumature di grande delicatezza e subito coinvolgente il naso, fresco e succoso, con la dolcezza calibrata della frutta giustamente matura ed il calore avvolgente del Negro amaro, con sfumature di erbe aromatiche una leggera speziatura e una vena agrumata tutta pompelmo rosa e mandarino che emerge in progressione. Profumi densi e di carattere con nessuna sfumatura e viraggi strani verso note dolci di confetto e bon bon.
Bellissimo l’attacco in bocca, asciutto e vigoroso, si allarga con la pienezza e la ricchezza di un rosso, con acidità calibrata e freschezza che lasciano una bocca pulita e subito pronta ad altri reiterati assalti vinosi, e una larghezza suadente e carnosa e una vena finemente tostata di nocciola.
Un rosato di grande personalità e stoffa che ha forza, consistenza e grazia, un vino che parla e profuma di Salento. Divertitevi voi ad individuarne i tanti abbinamenti a tavola possibili…