Gamberi in pastella con lasagnette di zucchina marinate al sale di Danimarca

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INGREDIENTI

PROCEDIMENTO

Insomma, semel in anno licet insanire, diceano i saggi. Dunque a noi qui in questa valle di lagrime è concesso, una volta all'anno: mangiare hamburger da McDonald's, trangugiare wurstel freddi pucciati nella senape in piedi davanti al frigor, bere champagne economico a temperatura prossima allo zero assoluto.
E fare cose come comprare quelle buste di surrogati del pane da impanare piene di ideogrammi che si trovano nello scaffale dei cibi etnici. Non tentare di leggere gli ingredienti: ti arrenderesti alla prima riga. Non tentare di interpretare le scritte: ti occorrerebbe non meno di un Doc Savage all'apice della sua forma per comprendere anche solo parzialmente il senso. Guarda le figure, vedrai che serve per la frittura.
Dunque per prima cosa prepara la pastella: un grammo di lievito di birra sciolto nel vino bianco; farina di grano tenero zero quanto basta per avere una soluzione densa e vellutata; un pizzico di sale; attendere 10 minuti per vedere cosa succede; tastare tra le dita la consistenza; allungare con tanta acqua quanta ne serve per rendere la pastella fluida, ma non liquida; lasciar riposare per un paio di quarti d'ora.
A parte sguscia i gamberi. Se vuoi guadagnarti l'indulgenza plenaria, dovrai prendere in ostaggio la figlia della pescivendola e chiedere in riscatto un cartoccio di animali di qualche posto famoso e colorato: Viola di Catapecchia sul Biferno o Rossi di Pietrarotta o Blu di San Venanzio al Vibrione. Noi essere umani invece ci accontenteremo di referenze commerciali, a prezzo di uno stipendio il kilo, decongelate dal surgelato all'origine.
Immergerai le code nella pastella, li girerai nei coriandoli di imitazione pane e li friggerai ad immersione nell'olio di girasole a temperatura reboante.
A parte hai affettato le zucchine per il lungo, usando il pelapatate. Hai ottenuto delle lasagnette biancoverdi, dello spessore di un mezzo millimetro, e le hai coperte di olio d'oliva pugliese e sale affumicato di Danimarca. Al momento, raccogline alcune, arrotolare e impila nel piatto. A fianco le code belle dorate, non senza averle emendate dall'olio in eccesso con abbondante carta da cucina.
Con uno champagne maturo ma seducente come il "Reflet d'Antan" di Bereche et Fils.

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