Attualità

Pollo: meglio non lavarlo

pubblicata il 20.06.2014

Non lavate il pollo crudo. È questo il messaggio della campagna realizzata dalla Food Standard Agency inglese, in occasione della settimana sulla sicurezza alimentare che si concluderà questa domenica 22 giugno. Un gesto semplice, apparentemente innocuo, ripetuto migliaia di volte in tutte le famiglie italiane. Basta pensare che nel nostor paese consumiamo mediamente nel corso dell'anno 19 chilogrammi pro capite di carni avicole (fonte Assocarni). Eppure quel gesto può nascondere un'insidia da tenere fortemente in considerazione: le infezioni da Campylobacter. Si tratta della causa più comune di intossicazione alimentare nel Regno Unito, con circa 280.000 persone interessate ogni anno. L'infezione da Campylobacter provoca forti dolori addominali, diarrea e vomito, specialmente nei bambini e nelle persone più anziane. In alcuni casi conduce anche a patologie più gravi, come la sindrome dell'intestino irritabile, l'artrite reattiva e la sindrome di Guillain-Barrè, che colpisce il sistema nervoso centrale. Il problema non risiede nel pollo stesso, che risulta assolutamente sicuro se ben cotto, ma nei possibili schizzi che diffondono per la cucina questo pericoloso battterio. Le goccioline che rimbalzano sulla superficie del pollo possono infatti rimbalzare sul piano della cucina, sulle spugne o su altro cibo. Il consiglio è dunque quello di non lavare il pollo prima di cucinarlo, di manipolarlo il meno possibile - lavandosi accuratamente le mani subito dopo averlo toccato - e di cuocerlo molto bene, in modo da eliminare completamente il rischio di infezione. Immagine: Flickr

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