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In Spagna lo spreco di cibo diventerà un reato: multe (anche per i ristoranti) fino a 500mila euro

pubblicata il 14.09.2022

La nuova legge dovrebbe entrare in vigore nel 2023: “È un dovere morale”, ha detto il ministro spagnolo dell’Agricoltura. Una legge simile c’è anche in Italia (e in Francia), solo che quasi nessuno lo sa.

Nel mondo, più o meno un terzo del cibo prodotto ogni anno viene sprecato: sono quasi 1 miliardo di tonnellate di cose che potremmo mangiare e invece buttiamo via. È un problema economico, è un problema sociale ed è pure un problema ambientale, perché secondo l’ONU questi comportamenti sono responsabili per circa il 10% dell’inquinamento provocato dal settore alimentare. Lo sappiamo, ce lo sentiamo ripetere spesso, ne siamo consapevoli. E però facciamo poco per rimediare.

Adesso la Spagna ha deciso di fare qualcosa di più per incentivare (fra molte virgolette) i suoi cittadini a cambiare i loro comportamenti a tavola: colpirli con multe salatissime, facendo diventare lo spreco di cibo un reato.

Aziende, ristoranti e supermercati nel mirino

La legge non è ancora in vigore: la proposta è stata presentata a giugno dal governo socialista guidato da Pedro Sánchez, ma è in questo periodo che se ne parla perché sta entrando nel vivo la discussione in Parlamento. Lo scopo dell’Esecutivo è approvare il provvedimento entro l’inizio del 2023

Secondo statistiche recenti, la Spagna spreca ogni anno circa 1300 tonnellate di cibo, cioè oltre 30 kg a testa: Luis Planas, ministro dell’Agricoltura, ha ricordato che “in un mondo dove ancora esistono fame e malnutrizione, queste sono cose che  pesano sulla coscienza di tutti”, parlando di “uno strumento legale all’avanguardia” che permetterà di contrastare le inefficienze, partendo soprattutto dalla filiera produttiva. 

Sì, perché in questa prima fase saranno proprio le aziende a essere sorvegliate speciali: le imprese di medie e grandi dimensioni saranno tenute per legge a presentare i loro piani anti-spreco, dando la priorità alla donazione di cibo con l’avvicinarsi della data di scadenza. Ancora: in caso di frutta oltre il periodo di maturazione, la proposta di legge prevede l’obbligo che sia trasformata in marmellate o succhi, o anche che venga utilizzata per l'alimentazione animale o per la produzione di fertilizzanti e biocarburanti.

La bozza del provvedimento comprende anche misure destinate a supermercati e ristoranti, che saranno tenuti a collaborare con associazioni e organizzazioni presenti nei loro quartieri (come le banche alimentari) per limitare gli sprechi del cibo in scadenza. Di più: i ristoranti saranno obbligati per legge a fornire contenitori con cui i clienti possano portare a casa il cibo non mangiato, cercando di imporre anche in Spagna un'usanza sin qui non molto diffusa. 

Che succede se non ci si adegua? Che si viene colpiti da sanzioni elevatissime: sino a 60mila euro per le aziende che non rispetteranno la nuova legge, con picchi che possono arrivare a 500mila euro in caso di violazioni ripetute nel tempo.

Il resto dell’UE: gli esempi di Italia e Francia

Almeno per il momento, le singole persone saranno escluse dalle multe: il governo Sanchez ha preferito affidarsi a campagne di sensibilizzazione per convincere i cittadini a cambiare i loro comportamenti a casa. Che comunque sarebbero difficilmente individuabili e sanzionabili.

Che è un po’ quello che sta facendo pure il governo Draghi con l’invito a ridurre la durata delle docce, ad accendere meno luci in casa e pure a cuocere la pasta a fuoco lento o addirittura spento (si fa così) per fare fronte all’emergenza gas. Proprio il nostro Paese, anche se pochi lo sanno, è stato all’avanguardia nella legislazione anti-spreco: da oltre 6 anni è in vigore la Legge n. 166 (su Cucchiaio ne scrivemmo appunto nel 2016) che regolamenta “la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”.

Qualcosa di simile c’è pure in Francia, che a inizio 2016 diventò il primo Paese al mondo a vietare ai supermercati di gettare via o distruggere il cibo invenduto, costringendoli a donarlo a enti di beneficenza e banche alimentari. In Senato, il provvedimento passò all’unanimità: staremo a vedere se l’iter della legge spagnola sarà ugualmente semplice. E anche se noi singole persone ci decideremo a fare la nostra parte per risolvere questi problemi, senza che debba venire qualcuno a controllarci, sgridarci e farci la multa.

Emanuele Capone

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