Attualità

Yolo Diet: la non-dieta che fa stare bene

pubblicata il 11.09.2020

Credete che una dieta che arriva da Hollywood e dintorni non possa davvero fare bene? Nulla da obiettare: quando si parla di diete propugnate dalle star è sempre meglio trattarle con le dovute precauzioni, perché c’è sempre il rischio di diffondere modelli sbagliati. Questa sembra essere l’eccezione alla regola, visto che quella definita Yolo Diet non è una dieta. Piuttosto uno stile di vita positivo, che in questo momento carico di incertezze può aiutare a vivere più serenamente non solo il rapporto con il cibo, ma anche quello con sé stessi.  La Yolo Diet non è una dieta. Complici le dichiarazioni di Kaia Gerber - nella foto, top model figlia di Cindy Crawford - e dell’attrice Jessica Biel che hanno detto di seguirla, se ne sta parlando molto. La prima cosa da mettere in chiaro, però, è che non si tratta di una dieta, come ci conferma anche la dottoressa Angela Focarelli, specialista in disturbi alimentari. “Non è qualcosa di scientifico e il suo acronimo lo spiega molto bene”. Yolo sta per You Only Live Once: si vive una volta sola e di solito è la scusa usata per fare qualcosa di poco coscienzioso o che non rientra nel modo in cui una persona si comporta normalmente.  Cosa sono gli Yolo Food. Riferito al cibo, ecco entrare in scena gli “Yolo Food”, ovvero quegli alimenti che non sono sinonimo di salute, come pizza, gelato, fritti in generale, ma che piacciono, e molto. La Yolo dice che non bisogna rinunciarvi, ma assumerli in modo intelligente: secondo la Yolo Diet, in proporzione una persona che non soffre di particolari patologie può mangiare circa per l’80% cibi sani e il restante 20% concedersi degli “sgarri” Cosa significa mangiare sano. “Mangiare sano significa avere un equilibrio tra gli alimenti distribuiti nell’arco della settimana in maniera corretta” ci dice Focarelli “quindi presenza di proteine, che siano proteine nobili, derivate dalla carne, dalle uova e quindi dagli alimenti di origine animale, ma anche sostituite da quelle derivate dai vegetali, come i legumi. Non deve mancare la presenza di formaggi, perché sono una fonte ricca di calcio e di vitamine e non deve mancare la presenza di almeno di due porzioni di verdura al giorno più due di frutta”.  Il concetto dello sgarro. Come scritto in precedenza in riferimento agli Yolo Food, i cibi che corrispondono a questa categoria sono solitamente quelli molto calorici, in particolare la pizza o un primo piatto elaborato, come possono essere le lasagne. Focarelli ci spiega come sia importante concedersi “quella sfiziosità, quella delizia, quel desiderio che possa essere dolce o salato una o due volte massimo a settimana per non arrivare ad avere dei tabù”. Uno stile di vita positivo. Se molte diete non hanno nulla di educativo, anzi, spesso il modello che diffondono è negativo, questa non-dieta Yolo ha invece un insegnamento. Ce lo dice anche la dottoressa: “Nel momento in cui c’è un equilibrio alimentare, questa filosofia è adatta a tutti. Imparare a concedersi qualcosa è importante per stare bene”. Lo sappiamo che non ci vuole la Yolo Diet a farci scoprire che si vive una volta sola: consideriamola una specie di promemoria, male non fa. 

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